Blog di discussione su enogastronomia per chi, come la Confraternita delle Franche Forchette, è sempre alla ricerca della sublimazione della tavola in tutte le sue declinazioni: cucina, vino e sala.



venerdì 28 dicembre 2018

Agape di Novembre: Trattoria del Borgo, Monteveglio alto (BO)




Agape di Novembre: Territorio, trattoria e tartufo...

C'è un luogo, in provincia di Bologna, in cui la concentrazione di validi indirizzi enogastronomici è particolarmente elevata: è quel tratto di territorio che si snoda lungo le sponde del torrente Samoggia, da Bazzano fino a Savigno. 
Caseifici, vigneti e, soprattutto, trattorie, che spaziano da semplici agriturismi a trattorie di alto livello che culminano con la stella Michelin di Amerigo a Savigno.
L'anno scorso fu la volta di Mastrosasso, l'agriturismo di Alessandro Bartolini a Savigno (qui il racconto) dove passammo una piacevolissima serata.
Quest'anno il nostro Credenziere ha deciso di imbandire l'Agape di Novembre nella suggestiva cornice del borgo di Monteveglio Alto, sormontato dalla secolare ed affascinante Abbazia. 
Novembre, si sa, è mese di tartufi, e quest'angolo di territorio è tradizionalmente vocato al prezioso tubero, la cui celebrazione culmina con la famosa sagra di Savigno che si svolge appunto in questo mese. Al tartufo è stata dedicata quest'Agape, e saranno stati forse proprio i preziosi effluvi ad attirare i Confratelli, che hanno reso questa di Novembre l'Agape più partecipata dell'anno.
Il tortino di polenta con tartufo nero (foto di apertura) è il benvenuto dalla cucina, che noi abbiniamo ad un piacevole blanc de noir dell'oltrepo pavese, il Novè 2016 della Soc. Agr. La Costaiola.
L'appassionata Juventinità del nostro Gran Credenziere si palesa con il primo piatto che ci propone dal suo menu, il Cardo Gobbo: una tenerissima e saporita preparazione in cui il cardo viene cucinato e servito con una crema di parmigiano, ottimo viatico all'apertura del menu, che prosegue con un classico Uovo croccante con parmigiano liquido e tartufo bianco.


Uovo croccante con parmigiano liquido e tartufo bianco.


Su entrambi questi primi due piatti, la scelta del Maestro d'Anfora è stata quella di proseguire con l'Oltrepò pavese.
Si prosegue con un'altra interpretazione di un piatto tradizionale, il passatello: proposto con brodo di parmigiano e tartufo bianco.


Passatelli in brodo di parmigiano e tartufo bianco

In abbinamento aumentiamo la struttura con un corpulento Chardonnay dei Colli piacentini, il Selin dl'armari 2014 di Luretta.





Essendo un'Agape a tema, parmigiano e tartufo bianco non mancano anche nel piatto seguente: Coscia cruda di vitellone battuta al coltello con tartufo bianco e parmigiano fritto (a parte)


Coscia cruda di vitellone battuta al coltello



Sotto un'abbondante coltre di tartufo bianco, una succulenta e saporita battuta di vitellone, arricchita solamente da un pizzico di sale ed olio extravergine, si abbina bene ad un rosso più elegante che potente, il Pinot nero St.Daniel riserva 2015 di Colterenzio.
Un'Agape tradizionale trova la sua degna conclusione con un dolce altrettanto tradizionale quale il panettone, nello specifico il Panettone (dei F.lli Marolo) alla griglia con spuma di mascarpone.


                                      Panettone alla griglia con spuma di mascarpone


in abbinamento a questo dessert, dalle note dolci piuttosto intense, la scelta del Maestro d'Anfora cade su un passito di albana, il Solara 2015 di Celli che, considerando anche le scarse opzioni della carta dei vini, si rivela comunque una scelta vincente.
Dopo un'Agape in cui ha prevalso la cucina della tradizione, la prossima tappa ci porterà in Casa Madre, dove invece ci attenderà la squisita creatività di Aurora Mazzucchelli.











Trattoria del Borgo

Via S. Rocco, 12 

Monteveglio Bologna















domenica 25 novembre 2018

Agape di Ottobre: Ristorante Magnolia, Cesenatico (FC)



Agape di ottobre: Romagna solatia, dolce paese...

Probabilmente la dolcezza della Romagna, che Giovanni Pascoli evoca nella sua poesia, era riferita anche all’enogastronomia, dal momento che le due esperienze più significative e divertenti di quest’anno, fino ad oggi, le abbiamo trascorse valicando il Santerno.
Forse le radici romagnole del nostro Gran Credenziere hanno contribuito alla riuscita di questi due successi, sta di fatto che, se un ispirato Gianluca Gorini ad Aprile ci deliziò con un'inaspettata sequenza di piatti straordinari (qui il racconto), questa volta la brigata di Albero Faccani si è superata e, pur in assenza dello Chef (in Asia per un evento), ci ha regalato una delle migliori Agapi degli ultimi tempi.
E' doveroso cominciare il racconto con un mea culpa: sebbene molti di noi conoscessero da tempo la cucina di Alberto Faccani, mai ci eravamo seduti al tavolo del Magnolia in veste ufficiale con cappa ed insegna. Pur essendo aperto ormai da una quindicina d'anni, nessun Gran Credenziere ha mai pensato di imbandire qui un Agape: la magnifica sequenza di piatti messa in campo ci ha fatto rimpiangere le occasioni perdute.
Un secondo mea culpa a causa della partecipazione ridotta dei confratelli a questa serata, che a causa di malanni, viaggi ed impegni improrogabili si sono presentati a ranghi ridotti.
Ma vediamo la serie di portate che è culminata con un meritatissimo Gran Clangor...


Amuse bouche

Amuse bouche

Si comincia divertendosi con l'essenza dell'oliva verde in salamoia: un sottilissimo guscio di pasta di cacao, colorato di verde, racchiude un'acqua in cui è concentrato il sapore dell'oliva verde. 
Divertimento anche con il secondo piatto, nell'ordine: tartelletta con ricotta e pomodoro secco, taco alla maggiorana, bon bon al tartufo e cannolo con squaquerone e fichi. Stiamo pensando di tornare qui solo per mangiare amuse bouche come se non ci fosse un domani...
Abbinato a queste prime portate risulta piacevolissimo il trebbiano sui lieviti di Rita Babini (Indigeno, az.Ancarani).
Serata intensa riguardo al cambio dei calici, il Maestro d'Anfora ha deciso infatti di abbinare quasi un vino diverso ad ogni piatto: con il buonissimo Crudo di cappesante, topinambur, caviale e nocciole si sale in Val d'Aosta con il Petite arvine 2016 di Elio Ottin.


Crudo di cappesante, topinambur, caviale e nocciole

Fermo restando che i piatti della serata sono stati tutti eccellenti, il nostro personalissimo premio "Piatto da gamella" lo vince il Calamaro, carbonara e tartufo nero.


Calamaro, carbonara e tartufo nero

Ottimo l'abbinamento con il Friulano 2016 dei Vignai da Duline.
Aumentano le percezioni sapide e iodate con gli spaghetti ai ricci di mare, calamaretti e cime di rapa


Spaghetti ai ricci di mare, calamaretti e cime di rapa

Su questo piatto fa una splendida figura l'Auxey Duresses 2014 di Jean Philippe Fichet, gran bel vino da una delle denominazioni meno conosciute della cote de Beaune. 
Stesso vino, anche sul piatto successivo, i cappelletti di pomodoro gratin, frutti di mare, capperi ed olive, un concentrato di dolcezza e sapidità marina.


cappelletti di pomodoro gratin, frutti di mare, capperi ed olive.

Il piccione è un piatto particolarmente amato dalla Confraternita, e raramente il gran Credenziere di turno se lo lascia sfuggire; a memoria ricordiamo, nelle zone limitrofe alla costa adriatica, grandi interpretazioni di questo volatile: da Cammerucci al già citato Gorini, da Omar Casali a Mauro Uliassi (apro una parentesi per congratularci pubblicamente con Mauro Uliassi per la terza stella ricevuta, non per niente è il detentore del primo posto nella classifica dei Gran Clangor attribuiti dalla Confraternita, nonchè uno dei nostri chef più amati. Per noi la terza stella brillava già da tempo sulla banchina di Levante).
Nella nostra classifica dei "piccioni adriatici" da oggi annovereremo anche la spettacolare versione di Alberto Faccani: Piccione, foie gras, porcini, more e arachidi


Piccione, foie gras, porcini, more e arachidi

La scelta del Maestro d'Anfora in questo caso si posa su un vino forse più convenzionale, con la sensazione che sia stato vinificato con sfumature appositamente costruite per abbinarsi con questo piatto: in bocca matrimonio perfetto con il Sangiovese di Romagna AVI 2013 di San Patrignano, in versione magnum.
Usciremo con il sospetto che le scelte tutte azzeccate dal Maestro d'Anfora siano state ben pilotate da una manina esterna...
Dopo un rinfrescante e deliziodo predessert, Mandorla, bergamotto, liquirizia e zafferano, ecco arrivare un intrigante e divertente dessert, l'uovo tropicale.


Uovo tropicale

Un sottile guscio di cioccolato, racchiude un albume di spuma di cocco ed un tuorlo liquido di passion fruit. 
Fatica forse a reggere l'abbinamento la Malvasia dolce frizzante della Stoppa, unico ed impercettibile passo falso in una serata perfetta che si conclude con un meritatissimo ringraziamento alle brigate di sala e cucina che ci hanno fatto passare una magnifica serata. 
Gran Clangor quindi, con la speranza che sia il primo di una lunga serie, ad Alberto Faccani (non presente) e a tutti i suoi bravissimi ragazzi.







Ristorante Magnolia
Viale Trento, 31

47042 Cesenatico (FC)






















mercoledì 17 ottobre 2018

Agape di Settembre: Locanda del Feudo, Castelvetro di Modena (MO)




Agape di Settembre: La piacevolezza della compagnia.

E' una componente importante per la riuscita dell'Agape. Certo, per un appassionato di cucina le emozioni che scaturiscono dai dettagli dei piatti e dalle armonie degli ingredienti sono fondamentali ma, dando per scontato una più che corretta esecuzione da parte della cucina e della sala, anche senza quel quid nel piatto, talvolta è la piacevolezza della compagnia che rende gradevolissima una serata.
La lunga pausa estiva ci ha portato racconti di immersioni in profondità, di lunghe camminate sui fondali asciugati dalle basse maree bretoni, di ritiri ascetici in sperdute isole greche. Il tutto in un' accogliente sala ricavata in una secolare cantina a fare da contorno.
La relativa vicinanza da casa ci consente di fare a meno del nostro pulmino e così, arrivando alla chetichella, i primi Confratelli cominciano ad accomodarsi nella cantina della Locanda. Il locale stesso, e le calde temperature di inizio autunno, invitano alla bevuta per cui, nella attesa dell'arrivo di tutti, si comincia ad attingere alla carta dei vini del ristorante, invero ben fornita, stappando il piacevolissimo Longitude di Larmandier-Bernier.
Arrivati anche gli ultimi partecipanti sul filo della sirena che avrebbe decretato il guidrigildo da ritardo, ci accomodiamo al tavolo accogliendo tra le nostre fila anche due graditissimi ospiti. Brindisi iniziale, sempre con Larmandier-Bernier, e poi via con il menu creato dal Gran Credenziere con gli abbinamenti stabiliti dal Maestro d'Anfora (il fatto che fosse tra i pochi assenti della serata avrebbe già dovuto metterci sull'avviso...).
Fresco e goloso il piatto d'apertura: Crocchette di patata rossa, polvere di salvia e spuma di squaquerone.

Crocchette di patata rossa, polvere di salvia e spuma di squaquerone.

Centrato e piacevole l'abbinamento con il Maso Martis Extra Brut Rosé.
Stesso vino anche sul piatto successivo, una freschissima battuta di carne dal sapore estivo: Battuta di manzo con pomodoro verde, olio affumicato, olive taggiasche e buccia di lime.

Battuta di manzo con pomodoro verde, olio affumicato, olive taggiasche e buccia di lime

Forse la fotografia non rende giustizia al piatto, che sembra soccombere sotto la quantità di pomodoro verde, in realtà l'abbiamo trovato piacevolmente fresco ed equilibrato. Anche in questo caso divertente ed azzeccato l'abbinamento con l'extra brut rosé di Maso Martis.
La scaletta dei vini predisposta dal Maestro d'Anfora a questo punto riporta: "Montecucco Riserva Doc 2011, Azienda Agricola Campinuovi, Cinigiano (GR)", ed infatti nei calici ci viene servito, da magnum, questo muscoloso sangiovese, intriso di cuoio e tabacco, con un frutto intenso e speziato... Insomma, roba da arrosti o poderose fiorentine. 
Sul tavolo invece, come da menu, compaiono delle profumatissime e delicate Reginette ai funghi porcini. Di cottura esemplare e sontuoso condimento, asfaltate però dal possente sangiovese.


Reginette ai porcini

Lo stesso vino viene mantenuto, come da menu, anche sul piatto successivo: Riso Acquerello mantecato al parmigiano reggiano con rapa rossa ghiacciata e aceto balsamico tradizionale. 

Riso Acquerello mantecato al parmigiano reggiano con rapa rossa ghiacciata e aceto balsamico tradizionale. 

Buono il risotto, complesso da abbinare per via delle diverse tendenze ed il gioco di temperature: nel dubbio asfaltiamo anche questo con il Montecucco...
Piacevolissimo il Barolo 2014 di Ferdinando Principiano che il Maestro d'Anfora ci propone sul piatto successivo: Rollè di coniglio alla pancetta con coulis di peperoni e cipolla essiccata.

 Rollè di coniglio alla pancetta con coulis di peperoni e cipolla essiccata.

Delizioso il piatto, che trova riscontro nella speziatura, nei tannini affilati e nella struttura piuttosto snella di questo vino che esce alla grande dalla difficile annata 2014.
I tannini di Serralunga però stridono con il piatto successivo, degli Spaghetti Mancini turanici al tuorlo d'uovo, pancia di mora romagnola e pepe nero.


                    


In pratica una cremosissima carbonara, piatto già di per se di problematico abbinamento, in cui l'abbondanza della crema di tuorlo d'uovo contrasta sgradevolmente con i tannini del Barolo. Gli spaghetti turanici vengono prodotti utilizzando grano turanico (triticum turanicum, detto anche Khorasan, dalla regione dell'Iran da cui è originario) coltivato però in Italia. 
Apprezzabile l'inserimento di questo piatto prima del dessert, sia per la complessità dello stesso, sia per spezzare il crescendo del menu. Peccato non averci abbinato un vino dedicato, anche se, ad onor del vero, dovendosi comunque confrontare con la carta dei vini del ristorante, non sempre il Maestro d'Anfora riesce trovare il bandolo della matassa.
Fresco il dessert, una rivisitazione della classica Pavlova in cui uno scrigno di meringa e panna racchiude un cuore di frutti rossi.


Omaggio alla frutta rossa

Un Moscato rosa sarebbe stato d'obbligo, ma la carta dei vini offriva il Pignoletto Passito "Dolcedo" 2013 di Maria Bortolotti e quello ci abbiamo abbinato. Bene ma non benissimo...
Riassumendo, un'Agape in cui il piacere della tavola per una volta ha ceduto il passo alla piacevolezza della compagnia e della conversazione. Ci rifaremo presto comunque: un giovane bistellato ci aspetta a breve. 
Alla prossima.




Locanda del Feudo
via Trasversale, 2

41014 – Castelvetro (MO), Italia
















































giovedì 2 agosto 2018

Agape di Giugno: Caffè Arti e Mestieri, Reggio Emilia.



Agape di Giugno: il canto del Rigoletto si diffonde ancora nell'aria.


Avevamo lasciato Gianni D'Amato nel suo storico ristorante di Reggiolo, il Rigoletto, purtroppo ora inagibile a causa delle lesioni riportate nel sisma del 2012. Lo ritroviamo oggi, più in forma che mai, in quest'angolo delizioso, quasi bucolico, ricavato nel pieno centro storico di Reggio Emilia.
E ritroviamo la sua cucina, che non si fa irretire dalle nuove tendenze che vedono acidità e amaro far capolino da ogni piatto, ma imperterrita continua ad elargire momenti di grassa, dolce e calorica voluttuosità.
La scelta del Maestro d'Anfora per il brindisi di apertura è quasi a chilometro zero: siamo a Montecchio, con la deliziosa Malvasia frizzante Despina 2016 dell'azienda Quarticello.
Il menu predisposto dal nostro Gran Credenziere si apre con il sorprendente trittico: "Dall'Appennino al Po".

Dall'Appennino al Po: trippe di Parmigiano con spuma di parmigiano

Dall'Appennino al Po: bon bon di fegato e buccia di patata

Le trippe di parmigiano sono in realtà strisce di crosta lessate sino ad ottenere una consistenza gommosa simile a quella della trippa. Fantastica la buccia di patata ripiena.
A seguire, sempre abbinato alla malvasia di Quarticello, un piatto più contemporaneo, in cui troviamo le note vegetali della rapa rossa, gli immancabili fiori eduli, e la freschezza acida dell'acqua di pomodoro, versata al momento, che contrasta la dolcezza del crudo: Contemporaneità del crudo di mare in acqua di pomodoro.

Contemporaneità del crudo di mare in acqua di pomodoro

I classici riesling tedeschi, con quell'acidità sferzante ed il residuo zuccherino sostenuto, possono risultare di difficile abbinamento; quando però nel piatto hai note dolci e sapide che si intrecciano e si rincorrono, è un colpo di fulmine.
La dolcezza vegetale del gelato al sedano bianco avvolge in un armonioso abbraccio la sapidità carnosa delle alici del cantabrico: con il pane ed il burro l'unione celebrata dal Dr.Lippold con il suo Kabinett del 2012 è totale. Questo matrimonio s'ha da fare.


Pane, burro, acciughe e gelato al sedano bianco
Proseguiamo con un altro piatto che in cui predominano le golose note morbide del gambero crudo e della nocciola, con le erbe acide a snellire il boccone. Buonissimo il Fusilloro, gambero rosso, nocciola ed erbe acide, e ancora divertente l'abbinamento con il riesling kabinett.

Fusilloro, gambero rosso, nocciola ed erbe acide.

Non poteva mancare una citazione alla tradizione nel piatto seguente: Tortelli di erbe selvatiche, mandorle e lardo profumato. Nella sequenza dei piatti della serata, tutti eccellenti, questo ha vinto il nostro personalissimo premio "piatto da gamella": in abbinamento SP68 bianco 2016 di Arianna Occhipinti.

Tortelli di erbe selvatiche, mandorle e lardo profumato

E poi un grande classico. Venire da Gianni D'Amato e non mangiare il suo cubo di bollito equivale ad una visita al Louvre scevra dalla Monna Lisa, o al percorso dei Musei Vaticani evitando la Cappella Sistina...
La suadenza del foie gras, la cremosità della carne e la percettibile acidità della schiuma e delle salse contribuiscono a quest'inno alla golosità.


Cubo di bollito, aria di Lambrusco e Balsamico tradizionale di Reggio Emilia

In abbinamento La Macchiona 2011 della Stoppa, quasi perfetto se non penalizzato da una punta di acetato di etile (il classico sentore di acetone), tale comunque da non inficiarne la bevuta.
Stesso vino anche sull'ultimo piatto prima dei dessert, un saporito e sostanzioso Maialino con cicoria selvatica, spuma di birra e senape che non smentisce la capacità del Gran Credenziere di mettere costantemente alla prova la capacità dei nostri succhi gastrici (ricordo il nostro motto: Ventre capiente in mente sapiente)

Maialino, cicoria selvatica, birra e senape

Intrigante la proposta del Maestro d'Anfora, che tra i meandri della carta dei vini ha recuperato, come vino da dessert, il Recioto di Angiolino Maule del 1992, bottiglia ancora integra e freschissima, prodotta dal papà dei Vinnaturisti agli albori della sua attività.



Concludiamo il nostro percorso con una tradizionale Zuppa Inglese, seguita da un fresco gelato alla crema con ciliegie di Vignola, e per finire, una ricca piccola pasticceria.


Zuppa Inglese
Ciliegie di Vignola e gelato alla crema



La quiete del giardino urbano, l'accoglienza della sala, la precisione gentile del servizio e, soprattutto, l'emozione dei piatti che ci riportano con la memoria alle bellissime esperienze al Rigoletto, ci portano a tributare il nostro applauso a tutti quelli che con il loro lavoro hanno reso possibile questa serata: Gran Clangor quindi a Gianni, a sua moglie Fulvia, al figlio Federico e a tutta la brigata del Caffè Arti e Mestieri.
Ed ora pausa estiva, in attesa di ritrovarci a Settembre in un ristorante che non ci ha mai ospitato, ma che, a prova già effettuata, promette molto bene...

Buone Vacanze.


CAFFÉ ARTI E MESTIERI 
VIA EMILIA SAN PIETRO 16 
42121 REGGIO EMILIA




sabato 7 luglio 2018

Agape di Maggio: la Slovenia di Ana Ros



Agape di Maggio: Slovenia, appunti di viaggio...

Il nostro Confratello Franco è un irriducibile scapolo impenitente. Qualche anno fa, per giustificare alle nostre mogli un imperdibile cena al Mirazur, ci inventammo una sua fantomatica fidanzata provenzale con cui finalmente convolare a nozze. Facemmo stampare anche le partecipazioni che arrivarono regolarmente a destinazione: l'addio al celibato si svolse, guarda a caso, a Mentone. Le nozze poi, da li a poco, sfumarono...
Venne poi il turno della fidanzata siciliana, con un doppio festeggiamento di addio al celibato a Licata e Ragusa, anche questa volta, purtroppo, le nozze svanirono sull'altare. 
La nuova fidanzata, slovena, sembra sia quella giusta. E così, per festeggiare questo suo ennesimo addio al celibato, ci ritroviamo nella casa dell'indiscussa stella della cucina slovena, Ana Ros.
Naturalmente, una trasferta in questi luoghi carichi di storia, ricchi di paesaggi incantevoli giocati sulle mille tonalità del verde, dove i vigneti regnano protagonisti, non potevano esaurirsi con un pranzo, seppur sontuoso, sui tavoli di Hisa Franko.
La nostra trasferta comincia quindi con una visita al sacrario monumentale di Redipuglia, fu però, più che un sentimento di commemorazione patriottica, la vicinanza della Locanda Devetak a spingerci alla sosta.
Per coloro che vogliano affrontare un weekend in Slovenia, una sosta ai tavoli di Avgustin Devetak è imprescindibile: una vera cucina territoriale, con ricette che esaltano i prodotti locali e qualche solida divagazione creativa, come ad esempio il rinfrescante Gelato di succo di cipolle rosse, punti di sedano e carote e code di gamberi in pasta Kataifi al curry

Gelato di succo di cipolle rosse, punti di sedano e carote e code di gamberi in pasta Kataifi al curry

E poi la ricca cantina di Avgustin, che si esprime con un'incredibile profondità di annate delle migliori cantine della zona. Da questa abbiamo attinto a piene mani...

Breg 1995

Ribolla 1998

Chardonnay 1994

Dopo pranzo sono sufficienti 20 minuti di comodo pulmino per raggiungere la prossima tappa, Sampas, nella valle del Vipaccio (Vipavska Dolina). Difficile da trovare la cantina di Kristina Mervic e di suo padre Boleslav, al piano interrato di una villetta all'interno del paese. Difficile da trovare come le cose più rare. Vini sapidi, cristallini, bianchi emozionanti che sfidano il tempo. E persone vere, con le mani sporche di terra. Boleslav ci porta nella stanza dove affina i suoi salumi, ne prende qualcuno e quando ce lo comincia ad affettare mentre Kristina ci serve e ci racconta i vini, l'emozione è la stessa che si prova seduti ad un tavolo stellato.










Una curiosità: il nome JNK si pronuncia ionk e deriva dal tedesco Jung (giovane); era il soprannome con cui i soldati tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, chiamavano il nonno di Kristina.
Purtroppo il tempo è tiranno e ci vediamo costretti a lasciare Kristina e suo padre per arrivare alla prossima cantina, forse la bandiera della viticoltura slovena nel mondo.








L'impatto qui è differente, l'aspetto è decisamente più commerciale, i locali sono finalizzati all'accoglienza dei gruppi; malgrado ciò, il terrazzo su cui si svolgono le degustazioni è comunque affascinante. Facciamo scorta di Puro e ripartiamo per la prossima tappa. In realtà avremmo voluto andare anche da Marjan Simcic, ma il tardo pomeriggio inoltrato ci conduce direttamente all'ultima tappa della giornata: la cantina e l'osteria di Aleks Klinec a Medana, dove abbiamo anche prenotato le camere per il pernottamento.




Classificazione del 1787 dei vini delle contee di Gorizia e Gradisca.

Vini intensi, di carattere, con i bianchi che giocano su toni più o meno ambrati e rossi profondi, concentrati. Sugli scudi il bianco Ortodox ed il rosso Quela.
Anche qui una curiosità: lo sfondo delle etichette di Klinec riproduce la classificazione dei vigneti del 1787. Tra i premier cru troviamo Medana. 
Dopo una cena leggera, in cui ci siamo esibiti in esempi di come non si dovrebbe fare una sboccatura a la volée del Puro di Movia, ci ritiriamo nelle camere in vista dell'addio al celibato del giorno seguente.

Caporetto è noto ai più come sinonimo di sconfitta, ma pochi conoscono realmente i fatti che si svolsero fra il 23 ed il 26 ottobre 1917. Se passate da Kobarid (Caporetto) per venire da Hisa Franko o per i fatti vostri, prendetevi un pò di tempo per visitare il Museo della guerra. La visita guidata, in italiano, vi racconta, con l'ausilio di grandi plastici, foto e filmati d'epoca, quella che fu la più grande sconfitta dell'esercito italiano e che rischiò di ribaltare la storia della prima guerra mondiale. 
Se invece ciò non vi aggrada, lasciate il centro del paese e andate direttamente in Staro Selo 1 dove, in una casa colonica ristrutturata ai limiti del bosco, c'è la casa (Hisa) di Ana e Valter.



La professionalità della giovane brigata si percepisce già dall'accoglienza in giardino, con il servizio dell'aperitivo all'aperto. E poi via, una lunga sequenza di piatti sorprendenti scanditi dalla regolarità del servizio attento e preciso.

Cialda di Tolminc



Fiori di acacia fritti, grano saraceno, maionese con kefir e polline



Sardina marinata, carota, acqua di pomodoro, marmellata di scalogno

Lingua di manzo umami



Trota, siero di latte, semi di papavero tostati, barbabietola in aceto di fava tonka

Ravioli di cavolfiore, riduzione di scampi, fegato di vitello

Trippa cotta nel fondo di anatra selvatica, tolminc di fossa, fave, ortiche fritte



Lick your fingers / capretto e granchio

Rabarbaro, fragole, sambuco e fallopia japonica









E mancano alcune cose... Lo spring roll con erbe locali e carote cotte al forno, il limone fermentato con caviale ed il sorprendente finale con il piatto di formaggi, servito all'aperto sulle sponde del torrente che costeggia la casa, abbinato al Terrano di Marko Fon.
Secondo la 50 best, Ana Ros nel 2017 è stata la miglior Chef femminile al mondo. Alla luce della nostra esperienza, anche noi la premiamo, non eleggendola al primo posto di una classifica, ma ringraziandola di cuore per l'irripetibile giornata passata in compagnia sua e di Valter, impagabili ospiti che meritano il nostro applauso con gli strumenti che più amiamo: il cucchiaio e la forchetta. Secondo Gran Clangor dell'anno...





A proposito, e Franco ??
Ci giunge notizia che sia stato lasciato a pochi giorni dalle nozze!!!
Al momento sembra che si stia già consolando tra le braccia di un'amorevole querida Spagnola, che abita, guarda caso, dalle parti di San Sebastian... Se son rose fioriranno, e noi possiamo già iniziare ad organizzare il suo ennesimo addio al celibato.








Hisa Franko
Staro selo 1, 5222 Kobarid, Slovenija