Blog di discussione su enogastronomia per chi, come la Confraternita delle Franche Forchette, è sempre alla ricerca della sublimazione della tavola in tutte le sue declinazioni: cucina, vino e sala.



sabato 9 aprile 2016

Agape di Marzo, ristorante La Peca, Lonigo (VI)





Agape di Marzo: quando si dice "vale il viaggio"...
E' normale che le aspettative crescano proporzionalmente al livello del locale. Della Peca dei fratelli Portinari noi avevamo già un ottimo ricordo, forse affievolito dagli anni trascorsi dall'ultima visita, ma entrando comunque in un locale blasonato, inevitabilmente le aspettative puntano in alto. 
Ed andare oltre diventa piuttosto difficile. Ma quando il risultato dell'esperienza a tavola supera ogni più rosea aspettativa si parla di apoteosi. 
Due ore di tempo. Questa la durata del trasferimento da Bologna a Lonigo, trascorso piacevolmente chiaccherando sul nostro confortevole pulmino salva patenti.
Una tiepida giornata di inizio primavera ci accoglie all'arrivo, immersi fra le lievi colline soleggiate e  costellate dalle viti di garganega.
L'accogliente benvenuto, ed un tavolo circondato da vetrate con vista impareggiabile sui colli Berici, ci predispongono nel migliore dei modi all'apertura di questa Agape, che vede tra i partecipanti anche un simpatico ed affabile produttore di vini locale.
Cominciamo adesso quella che si è rivelata una spettacolare sequenza di portate culminate in un meritatissimo Gran Clangor...


     Risveglio di primavera: rapa rossa, orzo e polvere di fungo, primo benvenuto dalla        cucina, in abbinamento il piacevole Prosecco Colfondo Anfora di Casa Belfi servito in    magnum, un omaggio alle due mode enologiche del momento (i sur lie e le anfore).




Bon bon di parmigiano reggiano, erbe amare e polvere di liquirizia: altro piacevole amuse bouche da assaporare in un solo boccone, sempre abbinato al prosecco di Casa Belfi.
Ancora un benvenuto dalla cucina, i Tacos con salsa di baccalà (foto apertura) a concludere questo tris di divertenti e buonissimi preludi.
Abbandoniamo il prosecco anforato in favore di una interessante garganega naturale prodotta in zona da Daniele Portinari; in concomitanza ci viene servito il primo piatto del menu costruito dal nostro Gran Credenziere: Gelo di acqua tonica, lime e profumo di gin con tartare di scampi, gamberi rossi e canocchie


Un incredibile gin tonic ghiacciato con le tre tartare, di cui quella di canocchie, più scura, è stata marinata nella salsa di soia.
Si prosegue con Soffici di zucca farciti di tannino con topinambur e consommè di terra

Piatto selvaggio intriso di note vegetali e giocato sul contrasto dolce amaro, a questo piatto il Maestro d'Anfora abbina un vino biodinamico che trae la sua energia dal terreno e dalle anfore dentro le quali affina, la Nosiola 2009 di Elisabetta Foradori. 
Il menu prosegue con: Pescatrice e finferli con infuso di pomodoro affumicato e tartufo nero dei Berici


Anche questo piatto, abbinato alla Nosiola della Foradori, non scende sotto la soglia dell'eccellenza. 
A seguire, Ravioli di anatra, vellutata di castagne tostate, prugno vecchio e marmellata di prugnoli.


Piatto complesso, parallelepipidi di sfoglia dal ripieno assolutamente liquido, note dolci e sapide, altissimo livello... il Maestro d'Anfora lascia ancora la Nosiola su questo piatto, che contrariamente alle aspettative regge, seppur a fatica. 
Con i prossimi due piatti ci spostiamo sulle Hautes Cotes de Beaune, a St. Aubain, con il 2014 della Maison en Belle Lies, sempre biodinamico. In tavola ci arriva un classico della Peca, che mangiammo anche sei anni fa, al tempo della nostra ultima visita qui a Lonigo, Bigoli integrali con acciughe, alici marinate e gelato di cipolle rosse.



Qualcuno a tavola l'ha definito lo Sturm und drang della gastronomia, una tempesta di sapori che si fondono insieme dando luogo ad un piatto emozionante, a tratti commovente. Peccato per l'ottimo pinot noir relegato al ruolo da comprimario...
Poi un anguilla straodinaria che gioca di sponda con il vino: Anguilla in forno di braci con guava e tamarindo.



A seguire un altro piatto cotto alla brace, su carbonella argentina: Fracosta di vacca grassa e trevigiana alle braci.


Novanta giorni di frollatura a zero gradi rendono la consistenza di questa carne simile a quella di un budino; in abbinamento un Merlot biodinamico dei colli Berici, il Verdugo 2011 di Gianfranco Masiero.



Ed è proprio Franco Masiero il simpatico ed affabile produttore seduto a tavola con noi, che nell'occasione ci racconta la sua esperienza e ci trasmette la sua passione.
Rinfrescante il predessert: Gelato all'alloro, olio evo e sale nero.



Nei calici non poteva mancare una garganega passita, il Dolce Racrei di Davide Spillare, che si abbina dolcemente con i Ravioli croccanti alla crema bruleé con agrumi infusi alla vaniglia.


Concludiamo il lungo ed emozionante percorso con una piccola grande pasticceria.


L'attribuzione del Gran Clangor a questo punto viene concessa ovviamente all'unanimità, come riconoscimento non solo all'altissimo livello della cucina, ma anche ad una sala che ha saputo muoversi in maniera impeccabile senza nemmeno una sbavatura per tutto il tempo trascorso a tavola. Complimenti ancora.

Zalto: ça va sans dire



Scorcio della cantina


Epilogo: dopo il caffè decidiamo di reidratarci in funzione del viaggio di ritorno... Di livello l'ammazzacaffè: Ulysse Collin blanc de blancs Les Pierrieres.




A la prochaine fois... Ai confini del Granducato. 




Ristorante La Peca
via Giovannelli 2
36045 Lonigo (VI)  
Tel: 0444830214         
info@lapeca.it