Blog di discussione su enogastronomia per chi, come la Confraternita delle Franche Forchette, è sempre alla ricerca della sublimazione della tavola in tutte le sue declinazioni: cucina, vino e sala.



sabato 3 dicembre 2011

Agape Luculliana, Ristorante Marconi, Sasso Marconi (BO)


Secondo Paolo Marchi, noto gastronomo e curatore della guida di Identità golose, Aurora Mazzucchelli è attualmente la migliore Chef italiana, con buona pace quindi per Nadia Santini, Valeria Piccinini, Cristina Bowerman e.....Benedetta Parodi.
In effetti i piatti di Aurora con il tempo si sono fatti via via più maturi, concreti, pur mantenedo sempre uno stile e una fisionomia...."femminile".
In cucina viene ricercato l'equilibrio giocando su toni dolci e salati, morbidi e croccanti, sempre rimanendo nei binari della delicatezza, senza cercare l'acuto o il solista ma accordando insieme i vari sapori e le varie consistenze per comporre armoniche sinfonie.
Con questa doverosa introduzione dedicata ai nostri padroni di casa, vorrei ricordare che il Ristorante della famiglia Mazzucchelli è sede (Casa Madre) della Confraternita già da qualche anno, ben prima dell'arrivo della stella Michelin (.... a conferma che la Confraternita porta bene a chi la ospita) ed essendo Casa Madre, secondo la nostra Regola è quindi sede dell'Agape più importante dell'anno, l'Agape Luculliana, in cui, prima di procedere alle libagioni, vengono relazionati dal Gran Maestro gli aspetti enogastronomici che hanno caratterizzato quest'anno fraterno e dal Gran Elemosiniere ovviamente gli aspetti di natura pecuniaria; vengono inoltre affrontati e discussi altri argomenti inerenti all'anno appena trascorso, tra cui vorrei ricordare il plauso alla coppia di cucina (Gran Credenziere e Gran Maestro d'Anfora) per averci deliziato con ben quattro Gran Clangor durante l'anno, che diventeranno cinque a fine serata.
Viene quindi elevato alla nuova carica di Gran Siniscalco il Confratello Tetrarca Precursore Gigi Bazzoli (per i non addetti ai lavori, uno dei quattro fondatori della nostra Confraternita).
Questa prima parte dell'Agape ha anche visto l'investitura dei Conversi Fei ed Amoroso che, dopo la brillante prova superata all'
Enoteca con cucina Soul Wine a Casalecchio di Reno, hanno potuto abbandonare la cappa color cenere per la più nobile cappa blu, arricchita dal collare con l'insegna.
Ma il momento topico di ogni Agape Luculliana rimane sempre l'elezione del nuovo capitolo, che avrà l'onere, e l'onore, di reggere le sorti della Confraternita per l'anno a venire.
Tradizione vuole che la proposta del capitolo uscente venga votata con percentuali bulgare, e così è stato anche quest'anno, anche se la nomina del Gran Maestro è stata insidiata da proposte alternative uscite dal segreto dell'urna, purtroppo però per Regola non eleggibili: Nichi Vendola e Lele Mora.....
Nel frattempo, visto anche il ritardo accumulato con le pratiche burocratiche (a proposito, primo guidrigildo lieve della serata al Confratello Bonori, per essersi presentato quattro minuti dopo lo scadere dei canonici quindici concessi ai ritardatari....) dalla cucina ci viene servito un benvenuto:
Baccalà mantecato con chips di baccalà, una deliziosa chenelle di baccalà mantecato sormontata da una croccante chips ricavata dalla pelle stessa del baccalà. In abbinamento il Gran Maestro d'Anfora ha previsto un Franciacorta fuori dagli schemi classici, Metodo Classico Cremant 2002, Casa Caterina: 8 anni sui lieviti per un prodotto dallo stile evoluto sin dal colore e livemente ossidato....potrebbe, molto da lontano, ricordare un vecchio Selosse.... comunque non nelle mie corde.
Stesso vino anche sul piatto successivo:
Schie fritte in zuppa di crostacei con polenta morbida di mais bianco perla, rivisitazione di un piatto tipico della cucina veneziana, le schie sono dei piccoli gamberi di laguna che vengono adagiati su una polentina semiliquida da mangiare al cucchiaio: piatto molto delicato e giocato sul contrasto delle texture liquido-croccante, e comunque molto buono, anche se non da "gamella".
A seguire
Musetto di maiale di razza romagnola con salsa ai cachi, capperi e acciughe, eccellente piatto in cui la morbidezza del musetto vira sul dolce e sul salato delle tre salse separate....buonissimo.
E altrettanto buono il vino in abbinamento, da uno dei miei produttori tedeschi preferiti,
Riesling Herrenberg Kabinett 2002, Von Schubert, un Kabinett migliore di molti Spatlase in circolazione: acido, minerale, con un residuo zuccherino ben presente e una gioventù incredibile, sporcato appena da un lieve eccesso di solforosa.
Ancora il Riesling sui
Maccheroni ripieni di anguilla affumicata con ragù d'ostriche crude e spinaci, piatto ormai storico del Marconi, dai toni più decisi ma sempre giocato sul contrasto tra la dolce grassezza dell'anguilla e la sapidità marina dell'ostrica accentuata dall'amarognolo degli spinaci. Particolare, ed intrigante, l'abbinamento col riesling.
Per alcuni la zucca può risultare un ingrediente noioso e banale, ma quando si sale a questi livelli la banalità non è più di casa:
Tortelli di zucca, bottarga di branzino e riduzione al sedano, ancora dolce e salato che duettano armonicamente su un fondo di sedano che rinfresca il tutto....Chapeau, questo è il piatto "da gamella" della serata.
Valichiamo il Reno ed entriamo in Alsazia (che stranamente sul nostro menù stampato risulta in Germania) per il vino in abbinamento al piatto:
Gewurtztraminer Herrenweg 2006, Domaine Zind-Humbrecht, di struttura adeguata al piatto, però forse un po' di residuo zuccherino avrebbe reso ottimale l'abbinamento.
Cottura millimetrica per il
Capriolo al pepe verde, sedano rapa e olio alle noci.......ci vuole coraggio a riproporre in un piatto un ingrediente come il pepe verde, che abbinato al filetto e magari servito dopo le pennette alla Vodka, ha rappresentato il punto più basso della cucina anni '80 (in realtà qualcuno lo propone ancora, ma si sa, dopo aver toccato il fondo c'è sempre qualcuno che comincia a scavare....). Questa proposta è invece piaciuta molto, vuoi per la perfetta cottura, vuoi per la morbidezza e delicatezza della carne e vuoi per l'aromaticità degli ingredienti. Nel bicchiere: Nobile di Montepulciano Vigna Asinone 1998, di Poliziano, ampio, con sentori che spaziano dai frutti rossi al caffè e tabacco, con tannini già levigati dal tempo, forse non perfetta rappresentazione del territorio ma comunque un gran bel bicchiere e un ottimo abbinamento col piatto di capriolo.
Stesso vino anche su una piccola selezione di formaggi di Gregorio Rottolo......
A chiudere questa ricca Agape un delicato dessert,
Mandorla soffice, sedano rosso di Orbassano candito al pepe di Tasmania e salsa al limone, di una misurata e soffice dolcezza, servito insieme ad un teutonico anzianotto: Riesling Erdener Treppehen Spatlese 1986, di Reinhold Oster , di un bel colore dorato, ancora sostenuto da una notevole freschezza ma con un residuo zuccherino appena accennato e non sufficente a sostenere la dolcezza del dessert.
Su proposta del Simposiarca (e in quest'occasione Gran Maestro....) viene proposto il massimo riconoscimento alla cucina che ci ospita, approvato dalla maggioranza dei Confratelli presenti viene quindi attribuito ad Aurora, Massimo e al loro staff il Gran Clangor di forchette sui cucchiai.....bravi, continuate così.....
Per concludere, un'Agape con notevoli acuti dalla cucina e con ottimi vini nel bicchiere, anche se forse non tutti gli abbinamenti sono stati centrati perfettamente, ma comunque da Gran Clangor (...così saliti a cinque in un anno, forse un record).
Agape anche ricca di Guidrigildi lievi e grevi, distribuiti con solerte magnanimità dall'Illustrissimo Simposiarca, che hanno contribuito a rimpinguare le casse fraterne.....
Per i pochi Confratelli assenti che dovessero leggere il Blog, la composizione del nuovo capitolo, il XLIII, che dovrà governare la Confraternita il prossimo anno è la seguente:
Gran Maestro: Confratello Federico Orsi
Gran Camerlengo ed Elemosiniere: Confratello Enzo Fei
Gran Credenziere: Confratello Guido Capucci
Gran Maestro d'Anfora: Confratello Stefano Papetti
Gran Penitenziere e Cerimoniere (...e Drappiere): Confratello Andrea Bagnaresi


martedì 15 novembre 2011

Agape di Novembre: Il Don Giovanni, Ferrara


Un lungo percorso gastronomico che comincia dalla più fantasiosa creatività e termina nel solco della più tipica tradizione, al ristorante il Don Giovanni.
Dietro ai fornelli Pier Luigi Di Diego e in sala Marco Merighi a condurre questo piccolo ma delizioso ristorante nel pieno centro storico di Ferrara, a pochi passi dal Castello Estense e all'interno di un antico palazzo che ricorda da vicino la Sala Borsa di Bologna.
Solo 8, pochi quindi i confratelli partecipanti, vuoi per l'assenza del comodo pulmino salva patente, vuoi per la paura delle nebbie autunnali che avvolgono questo tratto della pianura Padana; in realtà 40 minuti di automobile in una serata limpida sono stati più che sufficenti per raggiungere la nostra meta.
Simposiarca della serata, Domine et Signore dell'Agape, viene eletto il Confratello Alessandro Penzo.
Si apre quindi la cena con un "convenzionale" Franciacorta Faccoli Extra Brut, che precede la prima entrata della cena (nella foto), una zuppetta di ricotta di bufala con ostriche all'aneto, espressionismo astratto nel piatto, forse però dai sapori un po' slegati, abbinato ad un meno convenzionale Trebbiano d'Abruzzo '09 di Emidio Pepe, con il naso che ha iniziato a pulirsi dopo una buona mezzora di decanter (ovviamente stappato prima ancora del nostro arrivo, ma si sa, i vini di Pepe richiedono queste attenzioni....).
A seguire una Terrina di canocchie in crudità con pomodori confit ai tre pesti, senza alcun dubbio il piatto "da mangiarne una gamella...." profumato, fresco e sapidamente dolce; in abbinamento perfetto Ghiaia di monte '04, Tenuta Cà Boffenisio: naso intenso e piacevole, floreale e fruttato, dall'Oltrepò Pavese Riesling e Sauvignon 50 e 50, da viticoltura biologica.
Spaghetti alla chitarra leggermente piccanti con pavarazze e verze, altro piatto molto buono, con un curioso e non scontato abbinamento fra le vongole e le verze; nel bicchiere, leggermente sovrastante il piatto, un bianco di Toscana con 10 anni sulle spalle, il Templare 2001 di Montenidoli (San Giminiano) da Vernaccia, Trebbiano e Malvasia, affinato in legno e, ovviamente, da viticoltura biologica.
Stesso vino, questa volta in abbinamento riuscito, anche per il piatto successivo: Tortelli con faraona allo zabaione di parmigiano e prosciutto croccante, concettualmente interessanti ma penalizzati dall'eccessivo spessore della sfoglia.
Il piatto successivo rappresenta forse una novità nei miei trascorsi in Confraternita, infatti non ricordo una portata servita su un vassoio posto in mezzo al tavolo invece che servita nelle singole porzioni, Pernice rossa in casseruola con lenticchie di castelluccio: qui rientramo a pieno titolo nel solco della tradizione, anche nella modalità di presentazione che però non inficia la goduriosa succulenza del piatto.
In abbinamento un buon Sangiovese in purezza (anche lui naturale....), Casa i Frati 2006, Bragagni
Purtroppo però il fatto di obbligare i partecipanti a rifornirsi dal vassoio posto a centro tavola non è stato scevro da danni: il Confratello Capucci, nel tentativo di accaparrarsi una pernice, riusciva a ribaltare un bicchiere di vino, ovviamente pieno: la nota magnanimità dell'Illustrissimo Simposiarca probabilmente avrebbe avuto la meglio nel comminare solo un guidrigildo lieve, se non che il Confratello Capucci, ricamando l'accaduto con un epiteto di Cambronniana memoria, meritatamente si vide comminare un greve.
Le pernici rosse furono foriere di guidrigildi anche per lo scrivente che, incapace di resistere alla tentazione di spiluccare (or non mi sovviene termine più appropriato....) le succulente cosciottine con le mani, si dimenticò di chiedere dispensa all'Illustrissimo Simposiarca: probabilmente sarebbe stato un lieve, ma il mio maldestro tentativo di patteggiamento lo trasformò in greve.
Per finire questa nostra mezza maratona enogastronomica (sei portate e sei vini....) un' ottimo dessert: Crespella di carruba pralinata, con crema di nespole selvatiche, salsa di cioccolato bianco e rosmarino, a dispetto della quantità di ingredienti un ottimo piatto, con una dolcezza bilanciata ed equilibrata: seppur lievemente dolce poco convincente però l'abbinamento con l'ottima Vernaccia di Oristano 1996 di Còntini, decisamente secca.
In conclusione una gradevolissima serata in un ristorante bomboniera che, ricordiamolo, si può comunque fregiare di una stella della gommata.

martedì 25 ottobre 2011

Ristorante I Carracci, Bologna



A Bologna l'Hotel Baglioni è un'istituzione: tutti conoscono il 5 stelle Lusso di Via Indipendenza (in realtà ora diventato Grand Hotel Majestic "Già Baglioni"...) pochi invece sanno che il ristorante dell'Hotel è aperto agli ospiti esterni e il suo ingresso è in Via Manzoni, laterale della principale Via Indipendenza. In Alta Badia i tre ristoranti stellati della valle sono tutti inseriti all'interno di lussuosi hotel; il miglior ristorante di Roma, il tristellato La Pergola, è all'ultimo piano dell' Hotel Cavalieri Hilton: in Italia sono molti gli esempi di ristoranti stellati e pluristellati inseriti all'interno di strutture alberghiere.....
A Bologna l'alta ristorazione d'hotel praticamente non esiste, e in realtà fatica ad esistere anche la ristorazione normale. Che la colpa sia delle fiere, che riempiono le stanze d'albergo e costringono gli astanti a nutrirsi velocemente per sopravvivere tra uno stand e l'altro, se ne discute da lustri.

Altra colpa forse è da ricercare nel cittadino bolognese, che mediamente spicca voti altisonanti all' esame di gastroignoranza, e che viene quindi ricompensato dalla scarsa qualità dei ristoranti felsinei, che comunque ama frequentare con inspiegabile assiduità (intendiamoci, esistono poche, lodevoli, eccezioni...).

Il ristorante, circa 50-60 coperti, è situato in un salone cinquecentesco con le pareti in tessuto verde damascato e il cui alto soffitto è interamente ricoperto da affreschi della scuola dei fratelli Carracci, da qui appunto il nome.

Accoglienza cortese e raffinata, noblesse oblige, e servizio sempre presente e preciso, mai invadente.

Dietro ai fornelli una nostra vecchia conoscenza, seppur ancora giovane d'età: Giacomo Galeazzi, uno dei Cammerucci's boys al Lido Lido di Cesenatico, ed in epoca più recente da Christy ad Anzola Emilia dove nel 2007 fu ottimo regista di una nostra Agape.

Note dolenti dalla cantina: carta dei vini inadeguata al tipo di locale, sia per numero di etichette che soprattutto per fantasia e attualità (sembra una carta degli anni '80...), senza considerare i ricarichi da tristellato su alcune bottiglie, ad es. Cervaro della Sala a 50,00 € e Trebbiano di Valentini, di recente annata, a 90,00 € (!).

Riesco comunque a trovare una mosca bianca, un ottimo Pinot Bianco Vorberg ris.2008 di Terlano a 28,00 €......

Non molto vario il cestino dei pani, fatti in cucina e serviti tiepidi, peccato siano presentati accompagnati da una vaschetta in alluminio monoporzione di burro salato che fa tanto prima colazione continentale.

In apertura un delicato sformato di ricotta allo zafferano su crema di sedano, propedeutico ad un menù degustazione di mare che si apre con gamberi rosa in marinata di agrumi e cardamomo con insalata di pesche, germogli e mandorle tostate: piatto interessante, probabilmente il migliore della serata, in cui la dolcezza del gambero e della pesca giocano con la profumata acidità della marinatura e la sapida croccantezza della mandorla tostata. Molto buono, anche se non da "gamella"......

Spiedo di tonno ai ferri con pappa al pomodoro, pesto di capperi e ricotta affumicata: piatto storico di Galeazzi, già in menù da Christy nel 2007, in questa versione con l'aggiunta di qualche grammo di ricotta affumicata col compito di dare sprint al piatto, altrimenti abbastanza, se non troppo, delicato. Buono anche questo, ma non indimenticabile.

Spaghetti alla chitarra in salsa di granchio con zucchine in fiore e calamaro grigliato: precisa la cottura della pasta, armonica la salsa al granchio e buoni i ciuffetti di calamaretto grigliato, usati però in quantità più decorative che altro; e anche per questo piatto vale il commento dello spiedo di tonno, buono ma non indimenticabile.

Discreto anche il trancio di baccalà in olio extravergine con crostone di pane inzuppato e pizzaiola estiva, reso morbidissimo da una cottura in olio extravergine a 60°.

Chiudiamo in bellezza con due validi dessert: Semifreddo alla liquirizia con composta di frutti di bosco e Zabaione ghiacciato con salsa ai fichi e frutta secca in abbinamento a quest'ultimo un calice di Moscato di Siracusa Aulòs, di Blundo (72/100, non uno di più, a 10,00 € al calice.........)

Piccola pasticceria (presente, ma veramente piccola....) e caffè chiudono la cena.

Alcune personali considerazioni: l'ambiente lussuoso, il servizio impeccabile e la cucina rassicurante e senza sbavature sembrano cuciti addosso ad una ricca clientela internazionale, interessata a trascorrere il tempo a tavola discutendo di affari, senza alcuna interferenza di natura enogastronomica; lo conferma anche il fatto che, nel paio d'ore trascorse all'interno del ristorante gli unici altri tavoli occupati, due per la precisione, hanno visto rapidamente passare una coppia anglo-sassone e quattro uomini di lingua araba, tutti ospiti dell'Hotel.

Peccato, perchè sento che la cucina potrebbe dare di più ma sembra limitata a rimanere nel suo angolo, senza rischiare di distrarre l'avventore, sicuramente impegnato in conversazioni di alta finanza.

C'è però da aggiungere che, come prima visita, abbiamo provato solo piatti di mare, e si sa quanto gli Chef marchigiani (Uliassi in primis, ma anche Cammerucci, Pompili e lo stesso Galeazzi) diano il meglio con la carne e la cacciagione: lo stesso Galeazzi, da Christy, ci deliziò con delle ottime mezzelune di faraona e una mitica coscia di coniglio farcita di animelle e arachidi. Considerando il fatto che dai primi di Novembre il menù cambierà, si renderà necessaria un'ulteriore visita, questa volta incentrata sui piatti terricoli, per confermare o meno queste prime impressioni.

Per concludere: menù degustazione pesce, tre portate più dessert a scelta dalla carta (...e amouse-bouche e piccola pasticceria) a 50,00€....Oscar qualità prezzo....Ci sono trattorie sui colli bolognesi dove si mangia peggio a prezzi superiori.....

Ma ci sono anche trattorie sui colli bolognesi che hanno carte dei vini migliori........


Grand Hotel Majestic "Già Baglioni" - www.duetorrihotels.com
Via Indipendenza, 8 - 40121 Bologna, Italia - tel: +39 051 225445


lunedì 17 ottobre 2011

Agape di Ottobre, Trattoria Amerigo, Savigno (BO)

Per una volta lasciamo riposare il nostro pulmino salva patenti e, in una fresca serata autunnale ci rechiamo con i nostri mezzi in quel di Savigno, alla Trattoria Amerigo.
Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: trattoria solo nel nome, in pratica si tratta di un vero e proprio ristorante, forse rustico negli arredi, ma comunque impreziosito dalla stella Michelin.
Tartufi, Savigno ed Amerigo nella mente dei gastronomi bolognesi sono diventati nomi indissolubilmente legati tra loro e, sebbene l'offerta gastronomica si mantenga su alti livelli per tutto il corso dell'anno, è forse l'autunno il momento migliore per goderne la cucina, arricchita in questa stagione dal prezioso tubero.
In realtà l'andamento climatico di questo caldo e secco autunno ha limitato la presenza del tartufo sulla nostra tavola, presente solo in un'unica, deliziosa portata.
Veniamo quindi ai piatti, e ai vini. che la nostra coppia di cucina ha imbandito per quest'Agape di Ottobre: Tigella con gelato di Parmigiano all'aceto balsamico tradizionale di Modena, un'apertura classica di Amerigo, un tris d'assi del territorio Modenese (il cui confine è a pochi chilometri) e al tempo stesso un divertente gioco di temperatura e consistenze. In abbinamento Cà Novina 2006 Metodo Classico di Maurizio Vallona: intendiamoci, non siamo a Reims, e nemmeno a Trento o a Erbusco, però a mio avviso questa è la bollicina migliore fino ad oggi prodotta sui colli bolognesi.
Animelle dorate, patate al rosmarino e funghi galletti, piatto che dimostra ulteriormente quanto Amerigo sia molto più vicino ad un ristorante che ad una trattoria: profumato e molto delicato, forse troppo, magari qualche grammo in più di sale avrebbe nociuto alla nostra pressione arteriosa ma sicuramente avrebbe dato più sprint al piatto. Dalla cantina, in abbinamento alle animelle, Langhe Bianco Hèrzu 2009, interessante Riesling renano in purezza prodotto da Germano, a Serralunga d'Alba, in terra di grandi Baroli, con un naso caratteristico di pietra focaia, minerale e fresco in bocca, secondo alcuni però sporcato da un eccesso di solforosa (!).....
Caramelle di zucca col condimento Amerigo: tipica pasta ripiena autunnale, in questa versione l'amaretto (componente dolce e croccante dei tortelli mantovani) viene sostituito dalle scaglie di mandorle, che aggiungono croccantezza alla pasta ripiena, invece rimando ai commenti, se qualcuno dei presenti se la ricorda, la composizione esatta del condimento Amerigo....piatto comunque molto buono ma sconsigliato a chi odia la zucca.......In abbinamento, anche cromatico, un delizioso bianco macerato dal Veneto Bucciato 2006 di Cà Rugate, da uve garganega 100%, fermentato a contatto con le bucce risulta di un bel giallo dorato carico, naso di frutta matura e morbido in bocca: particolare e riuscito abbinamento con le caramelle di zucca.
Rimaniamo sempre ancorati alla tradizione con la Lasagna verde al forno con ragù di selvaggina, giustamente scarse di besciamella, risultavano però anche queste leggermente scarse di sale, e la mancanza della caratteristica crosticina croccante accentuava la carenza di sapidità...
Sugli scudi invece il vino in abbinamento: Carema 2006, della Cantina produttori di Nebbiolo di Carema, un sentito ringraziamento al Gran Maestro d'Anfora per averci proposto questo elegante Nebbiolo, perfettamente bilanciato tra legno e frutto, con aromi terziari già in bell'evidenza....è un po' che non dò voti, ma questo, secondo me vale un 90-91/100.....
Stesso vino anche con il piatto successivo: Bosco e sottobosco più che il titolo di un piatto si è trattato di un escamotage per lasciare carta bianca alla cucina: vista la stagione avara di funghi e tartufi di qualità si è pensato di inserire in menù un titolo che potesse permettere alla cucina di inserire un piatto costruito, anche all'ultimo momento, con quello che di meglio si poteva trovare sul mercato. E il risultato è stato notevole: un'uovo in camicia (Parisi?) contenuto in una cocotte in ceramica, ricoperto di lamelle di tartufo bianco e con all'interno il suo tuorlo ancora liquido....
estrema semplicità impreziosita da un tartufo di notevole qualità....bravi!
Chiudiamo la sequenza dei piatti prima del dessert con il Maialino brado di razza mora in cotture differenziate con tortino di cipollotto gratinato, altro buon piatto, per stomaci forti, in cui la componente grassa domina il tutto e viene solo parzialmente addolcita dall'ottimo tortino di cipolle, per fortuna ci viene in soccorso l'acidità di un notevole rosso del Casertano: Sabbie di sopra il bosco 2008 di Nanni Copè, da uve Pallagrello nero con piccole aggiunte di Aglianico e Casavecchia, ottimo rosso dai tannini setosi e da una lunghissima persistenza, con un'acidità ideale per essere abbinato al Maialino....bell'abbinamento, rinnovo i miei complimenti alla coppia di cucina.....
Pre-dessert con gelato di crema d'altri tempi, grasso e tuorloso, ricorda da vicino il mitico gelato alla crema dell'ex-ristorante Biagi alla rotonda di Casalecchio di Reno (...e detto tra noi non sfigura nemmeno davanti al tanto osannato gelato alla crema di Philippe Leveillè del Miramonti l'Altro)
Al dessert, una particolarissima e buonissima panna cotta di castagne, viene abbinata un Albana passita Senza Paura di Giovannini, buona per la tipologia ma non trascendentale.
In conclusione, una conferma per un indirizzo che rimane tra i più validi della nostra provincia, e forse il posto migliore in cui viene esaltato il connubio tra tradizione e alta qualità, sia della cucina che della materia prima usata.

Trattoria da Amerigo
Via Guglielmo Marconi 14-16
40060 Savigno (Bo)
051 670 8326
www.amerigo1934.it


sabato 24 settembre 2011

Agape di settembre, Ristorante Perbellini, Isola Rizza (VR)

Come ogni attività nobile e che si voglia far rispettare anche quella della Confraternita si interrompe nei mesi estivi di luglio ed agosto per riprendere, implacabilmente, a settembre.

Ed eccoci, quindi, a raccontare dove ci ha condotti il nostro pullman in un'afosa notte di settembre.

L'Agape è stata imbandita presso uno dei più importanti Ristoranti Italiani cioè quel Perbellini, ad Isola Rizza, dove per ben tre volte su tre la qualità della cucina e del servizio avevano "obbligato" i Confratelli ad omaggiare il Ristorante del Gran Clangor.

Ma veniamo alla fredda cronaca: l'aperitivo si presentava come un insieme di assaggini composti da ravioli farciti di latte su porri, tartufo nero e ricci di mare e, accanto, pollo, menta e caviale. Mentre il primo assaggino era un'anticipazione dei sapori che avremmo gustato nella serata, il secondo riposava il palato con il gusto delicato del pollo e rinfrescante della menta. Questo piatto era accompagnato da un Champagne Brut "PUR" Pol Roger considerato dal sottoscritto Gran Maestro d'Anfora e, soprattutto, dagli altri commensali, adeguato al piatto.

Andiamo oltre: wafer di sesamo con tartare di branzino, caprino all'erba cipollina e sensazione di liquerizia ed a seguire spaghetti freddi in insalata di seppie e basilico, gamberi marinati e profumo di lime. Entrambi i piatti avevano nei sapori dell'estate la loro caratteristica ma nel mio personalissimo cartellino (cit. Rino Tommasi) gli spaghetti freddi sono stati il miglior piatto della cena. Un piatto che da solo avrebbe fatto serata.

Entrambi i piatti venivano accompagnati da un Riesling Trocken 2009 Donnhoff. Anche in questo caso il Gran Maestro d'Anfora portava a casa, immeritatamente, il plauso dei Confratelli per la bontà dell scelta.

Scampo battuto, maialino croccante e sorbetto alla senape seguito da ravioli farciti di zuppa "allo scoglio" con insalata di calamari, tartufi di mare ed olive taggiasche. Sorprendentemente equilibrato il primo piatto in cui si sposava scampo e maialino mentre più saporito e vacanziero il secondo. Questi piatti venivano accompagnati da un Fiano d'Avellino DOCG 2008 Guido Marsella. E qui vengono le note dolenti: il clima religioso che aveva contraddistinto l'Agape veniva interrotto dai commenti sarcastici e critici dei Confratelli: il vino non era all'altezza!Male il vino e male il sottoscritto resposnsabile della scelta. Sic transit gloria mundi.

A questo punto non eravamo che alla fine del primo tempo ma l'entusiasmo generale non scemava e, alla ripresa delle ostilità, le nostre aspettative venivano premiate ed, infatti: animelle di vitello e gamberi di sicilia dorati al profumo di noce moscata e vinaigrette di cipollotto seguito da controfiletto d'agnello, mele verdi, aglio e pistacchio di Bronte ed, infine, uno dei cavalli da battaglia di Perbellini: Porca l'Oca ! Rischiando di essere ripetitivo non posso che ricordare quei piatti come ... perfetti. Ovviamente nel mentre il vino era mutato e si era visto l'ingresso di due bottiglie che si sarebbero fronteggiate: da una parte un Pinot Nero 2007 Marchesi Pancrazi e dall'altra un Bourgogne Rouge 2006 Meò-Camuzet. Non vorrei sembrare più patriota di quel che sono ma è stato uno scontro impari sin da subito. I Confratelli più esperti hanno sottolineato che in realta si erano andati a sfidare due vini dal peso diverso e che la vittoria del nostro rappresentante era scontata. Un Moscato d'Asti "Bricco Quaglia" 2010 La Spinetta rinfrescava i nostri palati ed accompganava la piccola (solo di nome) pasticceria e l'imperiale soufflè al limone con sorbetto di pesca e profumo di basilico che chiudevano la serata.

A questo punto, inevitabilmente, ciò che all'inizio serata era una premonizione e che nel corso della cena era diventata una certezza veniva ad avere i crismi dell'ufficialità grazie alle parole rivolte dal Simpiosarca a Giancarlo Perbellini : " ... può gentilemnte portare ad ogni commensale un cucchiaio ed una forchetta ...". La eco del Gran Clangor di forchetta su cucchiaio aveva come sfondo i visi giovani, puliti e gioiosi delle ragazze e dei ragazzi della Brigata di cucina e questo, almeno per chi scrive, non era una soddisfazione minore di aver gustato le delizie del grande Giancarlo Perbellini.


Ristorante Perbellini

Via Muselle, 130

37050 Isola Rizza (VR)

tel. 045.7135352

ristorante@perbellini .com

sabato 17 settembre 2011

La corona di All'Oro

Roma, quartiere Parioli, in una calda serata settembrina il taxi percorre le buie strade di questa zona residenziale della capitale....siamo lontani anni luce dal caos della movida trasteverina, solo placidi condominii anni sessanta e neoclassiche villette bifamigliari. Una piccola vetrina illuminata dove non te l'aspetti non è altro che l'ingresso al ristorante......
Mi ricorda il Miramonti l'altro: il grande ristorante in una zona assolutamente residenziale.......
Varcata la soglia ci troviamo in una sala accogliente, non grande, una ventina di coperti, con la cucina quasi a vista in fondo alla sala stessa. Bianco panna e, ovviamente, oro, dominano l'ambiente.
Uno staff giovane, condotto da Ramona, la moglie dello Chef, si muove in sala con una cordiale precisione.
Discreta la carta dei vini, dai ricarichi corretti per uno stellato, da cui scelgo un Dr. F. Weins-Prüm Erdener Prälat Riesling Spätlese 2008 , delizioso, idrocarburico e fruttato, con un residuo appena sopra le righe.
Buoni i pani, serviti tiepidi, fra cui spiccano fragranti grissini al curry, presentati con un delizioso olio della Sabina.
Un anno e mezzo nella brigata di cucina di El Bulli, oltre a importanti esperienze da Marco Pierre White e Alfonso Iaccarino, significano qualcosa.......
E se ne sono accorti i Jeunes Restaurateurs d'Europe (JRE), accogliendo lo Chef Riccardo Di Giacinto tra le loro fila; se ne accorta la Gommata, che gli ha tributato la stella; e ce ne siamo accorti noi, già dall amuse-bouche.......
Un bicchierino di spuma di ricotta con capperi e limone candito. Equilibrio allo stato puro: i deliziosi capperi dissalati al punto giusto, il limone candito e la cremosa ricotta sifonata (un anno e mezzo con Adrià, mica bau-bau micio-micio....) entreé da standing ovation.... Chapeau.
Tiramisù di Baccalà e patate con lardo di cinta senese, altro piatto di grande equilibrio, in cui la sapidità del baccalà viene azzerata da un lungo ammollo nel latte e poi sostituita con la sapidità del lardo di cinta senese, bilanciata a sua volta dalla dolcezza della soffice crema di patate (sifonata pure questa...) aromatizzata al rosmarino e guarnita da una spolverata di cacao. Siamo sempre su alti livelli.......
Mezzelune di burrata, acciughe e datterini, buoni, ma dopo i due piatti di prima forse ci aspettavamo qualcosa di più, in realtà il piatto è un po' scomposto, e anche se io amo i piatti con ingredienti che danno sprint al tutto, qui i pezzettini di acciughe dettano legge sugli altri sapori... magari un infusione di acciughe si sarebbe amalgamata meglio al tutto......
Spigola in porchetta con zuppa di carbonara e tartufo, richiamo alla tradizione in questo piatto dove però la grassa e saporita cotenna della porchetta viene sostituita dalla pelle della spigola resa croccante e salata al punto giusto per riprendere quella di maiale, senza però sovrastare la delicatezza della carne del pesce (mica facile, eh....); a legare il tutto e a dare morbidezza, una deliziosa crema di carbonara, mentre solo fini estetici hanno le lamelle di tartufo estivo che ricoprono il trancio di spigola....(a proposito, mi sono sempre chiesto qual'è l'esatto parallelo sotto al quale il branzino si trasforma in spigola.....)
Cambio di vino, Chianti Classico San Fabiano Calcinaia 1999, e passaggio ai piatti di carne:
Rocher di coda alla vaccinara con geleè di sedano, dopo il loacker di Uliassi e il magnum di Bottura ecco un altro nome "cult" preso in prestito dall'industria dolciaria (...a quando il "bacio" con bottarga e manzo di Kobe?) ed in effetti il piatto ricorda da vicino il cioccolatino della casa di Alba: una morbida polpettina, un po' più grande dell'originale, rivestita da granella di nocciole e adagiata sulla tradizionale salsa della vaccinara, con una spolverata di cacao e due sferettine di geleè di sedano (El Bulli docet....): tutti i sapori della tradizione rivisitati con fantasia....non il piatto dell' anno ma comunque buono e divertente.
A sorpresa arriva un omaggio dalla cucina non compreso nel menù degustazione, Raviolini di mascarpone con ragout di anatra e riduzione al vino rosso: finalmente il piatto da mangiarne una "gamella" (o betoniera, che dir si voglia....) un concerto di sapori il cui solista, il ragout d'anatra, duetta con la morbidezza dell'intera orchestra (ripieno di mascarpone e riduzione al vino rosso), un plauso anche allo spessore della sfoglia e alla cottura della stessa....bene, bravo, bis...
La quaglia.....il suo petto farcito e la coscia laccata con n'duja e miele, il suo ovetto e purè di patate: cottura esemplare, ripieno (Ciauscolo....) che non sovrasta, sapore intenso (n'duja....) addolcito da una leggera laccatura al miele e dal morbido purè di patate, ovetto all'occhio di bue decorativo. Il tutto molto ma molto buono.....
Con i dessert, lo ammetto, ho finito quel che restava del riesling.....del resto il residuo zuccherino presente lo posiziona quasi nella categoria "da dessert"
Crema bruciata alla lavanda con gelato al pepe: gradevolmente dolce e profumata, non stucchevole grazie anche alla sponda fresca del gelato al pepe.....da gamella....
Tiramisù all'oro: una cupola di meringa spolverata di cacao con all'interno una base di pan di spagna imbevuto al caffè e una soffice crema di mascarpone, anche qui la ricetta tradizionale rivisitata con fantasia e tecnica per un risultato assolutamente positivo.
Altro graditissimo omaggio, questa volta dalla cantina... un calice di Solaria Jonica, per chi non lo conoscesse si tratta più di un mito che di un vino, un primitivo in purezza, dalla Puglia, dell'annata 1959....
Deliziosa infine la piccola pasticceria con 4 piccoli petits fours a testa in accompagnamento al caffè.
Prezzi: menu degustazione 4 portate 65,00€, 6 portate 85,00€ con l'enorme possibilità (se fossi la guida che cammina all'indietro darei il bonus) di potersi costruire il menù su misura....
Noi abbiamo speso in due, 215,00€ vini compresi....e siamo usciti felici.
Tiriamo le somme......il dubbio si fa Amletico....fino a ieri fra i ristoranti della Capitale il mio cuore batteva per Glass, e forse continua ancora....però anche qui non si scherza: tecnica in primis, ma anche fantasia nel riproporre sapori tradizionali in un locale che sembra fatto apposta per metterti a proprio agio. Bellissima serata, grazie ragazzi......

P.S. ho appena visto in anteprima i punteggi riguardanti Roma della guida che indietreggia......
No Comment!!!!!

Ristorante ALL’ORO

via Eleonora Duse, 1

00197 Roma (RM)

www.ristorantealloro.it




sabato 18 giugno 2011

Agape di Giugno, ristorante Uliassi, Senigallia (AN)

"Scusi, si potrebbe accendere l'aria condizionata?"
"Mi dispiace, non l'abbiamo..."
Ci voleva una calda e afosa giornata di Giugno per poter trovare, finalmente, un difetto al locale di Catia e Mauro Uliassi......
Ma cominciamo dal principio: quattro ore di viaggio ci sembrano sufficienti per affrontare la tratta Bologna-Senigallia durante il solito, delirante, Sabato mattina estivo dell'A14.....
Il nostro mezzo, questa volta condotto da una gentile dama, in effetti fatica non poco per districarsi dagli ingorghi che attanagliano l'autostrada in direzione mare......finalmente, verso Faenza, il traffico sembra darci tregua, il pulmino riprende spedito la marcia verso la nostra destinazione, e grazie all'abilità della nostra auriga riusciamo ad arrivare a Senigallia con quasi un'ora di anticipo. Nel frattempo il Converso Amoroso, dovendo scendere con la gentile consorte per trascorrere in quel di Senigallia l'intero Week-end (l'idea sarebbe stata quella di fare l'accoppiata Uliassi Cedroni) decideva di usare il proprio mezzo ma rimarrà inesorabilmente bloccato nel pantano trafficoso della Via Emilia.
Trovandoci noi invece in centro a Senigallia con quasi un'ora di anticipo, decidiamo per un aperitivo all'Anikò, la salumeria ittica di Moreno Cedroni, dove insieme a gustosi assaggi brindiamo con un Velenosi Brut (gradevole....75/100). Solo la temperatura particolarmente elevata, e un fastidioso odore di asfalto, guastano l'atmosfera.
All'orario previsto finalmente entriamo nel locale di Catia e Mauro e, al momento di accomodarci al tavolo, ancora accaldati per la sosta all'Anikò, ci accorgiamo della mancanza dell'aria condizionata (sarà questo il motivo per cui a questo locale non sono ancora state assegnate le tre stelle??). L'illustrissimo Simposiarca (io nella fattispecie) decide quindi di esentare i Confratelli dall'obbligo della giacca e della cappa, ma non dell'insegna, per meglio sopportare la calura estiva che ci avrebbe accompagnato durante tutta l'Agape.
Le danze si aprono come al solito con il Loacker di fegato grasso e nocciole abbinato a uno shot di Kir Royal, e a seguire una fresca e profumata Zuppa di vongole con limone e coriandolo, in abbinamento il nostro Gran Maestro d'Anfora ha scelto Le Vaglie 2006 di Stefano Antonucci, un ottimo Verdicchio dei Castelli di Jesi (...per me 89/100), che ci accompagnerà anche per i cinque piatti successivi.
E già la calura comincia a farsi più sopportabile....
Cannocchie, succo di cannocchie, limone e aglio da taglio il miglior piatto di cannocchie finora mai mangiato in vita mia........punto e basta.
Seppie giovani arrostite "sporche", granita di ricci di mare e erbe selvatiche, un ennesimo capolavoro di Mauro, i piccoli dadini di granita si sciolgono in bocca avvolgendo le morbidissime seppie con un intenso sapore di mare.....godurioso.
Scarpetta di pane e sugo di brodetto all'anconetana quando la genialità sta nella semplicità. Quello che tutti facciamo, o vorremmo fare, al termine di una zuppa di pesce, cioè intingere una morbida fetta di pane nel sugo rimasto sul fondo del piatto, Mauro te lo prepara direttamente nel piatto: pane eccellente, sugo eccellente.....et voilà, piatto eccezionale.
E ci si accorge che la calura iniziale si è trasformata in lieve tepore......
Primo fuori menù, Triglie croccanti, cannolo di misticanza di campo, zuppa di prezzemolo con colatura di alici e mela candita....me lo ero perso in Aprile, per fortuna me l'ha riproposto come fuori menù......mi dispiace per i tuoi spaghetti affumicati Cristina (Bowerman) ma questo diventa il mio piatto top 2011.....sublimazione del gusto ai massimi livelli.....
Fine del primo tempo con la Capasanta tandorii, zenzero e pompelmo, piatto fresco e profumato, un preludio defatigante per la sequenza successiva di piatti via via più intensi.
A questo punto cambio di vino: Mersault Tillets 2005, Jobard peccato per la prima bottiglia, affetta da ossidazione precox.......molto buona la seconda (90/100), purtroppo l'ultima della cantina.
E si prosegue con Baccalà arrosto e sugo di baccalà alla griglia, creativa e deliziosa preparazione, preludio ai due piatti successsivi, Linguine "Antonio Mattei", granceola, lime, menta e cocco e il secondo fuori menù Risotto Acquarello con sugo di piccione, bagnacauda e parmigiano invecchiato 7 anni due piatti perfetti a cui abbiamo abbinato un eccellente bianco fatto da un grande rossista: Mersault Pacalet 2008 (peccato per l'infanticidio, comunque per me 93/100)
Time out con Green: spuma e aria di mela verde che preannuncia l'arrivo del Selvatico (vedi foto d'apertura) un'alzavola accompagnata da un crostino con le sue interiora....preparazione che ricorda quella della sua mitica Beccaccia....e altrettanto goduriosa.
Borgogna rossa su questo piatto: Chambolle-Musigny 2005 Jean Claude Boisset (anche per lui 93/100) e abbinamento d'amore con l'alzavola.
Un gradevole Mojito di pre-dessert e d'un tratto ci accorgiamo che nessuno fa più caso alla temperatura. Zuppa di frutto della passione, gelato di yogurt, pepe rosa e banana caramellata anche il dessert è superlativo........un po' meno il vino, Passito Tordiruta 2005 Moncaro (83/100...e sovrastante il dessert)
Come al solito deliziosa, e divertente, la piccola pasticceria con il mini bombolone, la crema catalana e il cioccolatino con le particelle di peta zeta.....
A questo punto, sentito il parere del Gran Maestro, del Tetrarca Precursore e degli altri Confratelli presenti, in qualità di Simposiarca dispongo l'attribuzione del Gran Clangor di forchette in sui cucchiai.....e per la prima volta nella storia quarantennale della confraternita un ristorante riceve il nostro massimo riconoscimento per la quarta volta consecutiva su quattro visite (tanto per mettere un po' di sale sulla coda al nostro buon Mauro, ricordo però che a quota tre incalzano Perbellini e la Tenda Rossa)
E a nessuno venne più in mente l'aria condizionata.........


Ristorante Uliassi
Banchina di Levante, 6 _ 60019 Senigallia (AN)
tel. +39 071 65463
fax +39 071 659327
e-mail: info@uliassi.it

lunedì 13 giugno 2011

Ristorante La Montecchia, Selvazzano (PD)

Siamo all'interno di uno dei più prestigiosi campi da golf del nord-est: il ristorante è ricavato in un imponente edificio su due piani che fu un essiccatoio di tabacco. La sala, situata al primo piano, è curatissima ed elegante, con tavoli ben distanziati, e si apre su una bella terrazza dove d'estate è possibile mangiare all'aperto, e questa sarà appunto la mia scelta.
L'accoglienza premurosa, l'elegante mis en place ed una notevole carta dei vini, con quasi 600 etichette di cui circa la metà servite anche al calice, predisponeva già a quella che avrebbe potuto essere una gradevolissima serata; anche l'amenità del paesaggio, con vista sui putting green e sulla piscina, il gracidare delle raganelle di sottofondo e la temperatura gradevole contribuivano a rendere deliziosa l'atmosfera.
Dalla carta salto le bollicine e vado direttamente ai Riesling tedeschi, ben rappresentati: Dr.Loosen Wehelener Sonnenuhr Spatlese 2007, molto buono, con un'avvertibile residuo, per me 93/100, fosse stato un pò più acido avrebbe potuto ambire a un punteggio ancora più elevato.
L'arrivo in tavola dei pani comincia a far vacillare le mie aspettative: da uno stellato anche sui prodotti lievitati è lecito aspettarsi un minimo di varietà e di fantasia, invece arrivano delle semplici fette di pane bianco, delle fette di pane integrale e dei taralli......
Benvenuto dalla cucina rappresentato da una caprese rivisitata con tagliatelle di mozzarella, pomodorini, basilico e una spolverata di parmigiano per dare un pò di sprint al piatto.
Veramente buono il Baccalà Mantegnato, piatto ovviamente dedicato ad Andrea Mantegna, con una mantecatura soffice e cremosa e lievi note dolci, accompagnato ad una polentina di grano arso. Godurioso l'abbinamento col riesling.
A seguire Torchiatini neri con astice, granceola e asparagi verdi , buoni ma nulla più....ho dovuto ricontrollare il menù per ricordarmi cosa avesse seguito il baccalà. Anche qui però il riesling ci sta veramente bene e forse sopperisce alla banalità del piatto.
Zuppa Padovana: un orzetto cotto in una passata di fagioli e arricchito da un fondo di cottura per sostenere il gusto....tra l'altro una zuppa calda servita in una serata estiva.......mah.......
Rognone di vitello trifolato alle erbe con polenta morbida: io sono un amante del quinto quarto però anche su questo piatto non riesco ad emozionarmi, neanche un pò.......
A proposito, sul rognone cambio di vino: Cabernet ris. Borgo delle casette 2007, il filò delle vigne, scelto al calice su consiglio del sommelier e abbinamento centrato (...e probabilmente già ben collaudato): bottiglia comunque interessante, bell'espressione del territorio dei Colli Euganei, ancora appena ruvido data la giovane età, per me 87/100.
Delizioso infine il dessert: Crema di spinaci, menta e fragola, dolce al cucchiaio servito in un bicchiere trasparente, molto delicato e profumato, da una ricetta di casa Alajmo del 1978; in abbinamento altro vino al calice, sempre su consiglio del sommelier: Rivesaltes grenat 1998 Domaine Cazes dai Pirenei un grenache in purezza, passito, .....buono (82/100) ma che ha asfaltato il dessert.
Nota di merito per i vini scelti al calice: entrambe le bottiglie mi sono state stappate al momento, e il vino da dessert è stato offerto.
Pre-dessert e piccola pasticceria non pervenuti (....o dimenticati, visto il tenore alcoolico della serata, eheheh). Molto buono il caffè.
Costo del Menù degustazione "Memoria" 80,00 €, vini esclusi....
In conclusione.....Tutto all'altezza della stella: location, servizio, sala, carta dei vini.......tranne la cucina......che dovrebbe essere l'unico motivo per cui la stella viene assegnata e che a me è sembrata invece quella di un'ottima trattoria, di lusso, ma pur sempre una cucina da trattoria.
Ma forse è così che la intendono all'interno del gruppo Alajmo, avendo già un tristellato, le Calandre, con a rimorchio un ottimo bistrot, il Calandrino, una new entry a Venezia (il ristorante Quadri....), senza contare il negozio gourmande In.gredienti e l'hotel Maccaroni sempre a Sarmeola. Mancava il lussuoso ristorante di cucina tradizionale......
Probabilmente, vista la vicinanza alle tre stelle delle Calandre, la Montecchia brilla di luce riflessa......
....e comunque, gran bella location.

giovedì 26 maggio 2011

Agape di Maggio, ristorante Le Giare, Montiano (FC)

" Solo un richiamo atletico...." secondo il Confratello Capucci, nonchè Gran Maestro d'Anfora, questo avrebbe dovuto essere il significato della nostra cena: in effetti, dopo l'Agape di Aprile in cui si sono susseguiti due bistellati nella stessa giornata, e in attesa di quella di Giugno dove ritorneremo con sommo gaudio dall'amico Mauro in quel di Senigallia, una sosta in questo ristorante dell'entroterra romagnolo, non stellato, avrebbe appunto dovuto essere una sorta di allenamento defaticante per le nostre papille gustative.
Probabilmente anche il nostro Camerlengo, assente nell'occasione, ha interpretato quest'Agape come un'allenamento, al punto che non ha fatto consegnare a nessuno dei Confratelli presenti i nostri menù, tra l'altro già stampati, e per la prima volta a mia memoria ci apprestiamo ad un Agape senza le nostre preziose informazioni.
Già gli ultimi chilometri di strada però, straodinariamente simili a quelli che da Rimini salgono verso Torriana (Locanda del Povero Diavolo ndr.), cominciano a farci intuire che forse non sarebbe stato solo un richiamo atletico......
La location è spettacolare, il tipo di locale da portarci la persona del cuore o una ragazza su cui fare colpo.....un balcone in acqua e tek che domina la pianura romagnola, con all'orizzonte le luci di S.Marino e una rocca illuminata che sovrasta dall'alto di un colle vicino.
Si comincia su questo splendido terrazzo con un Franciacorta saten di Gatti, poi ci accomodiamo al nostro tavolo per goderci lo spettacolo gastropirotecnico che sarebbe cominciato da lì a poco.
Riesling Schwarzhofberger 2002, di Von Volxem.... mentre ci colmano i calici ci viene servita la prima portata: uovo fritto di Paolo Parisi con erbe amare....che dire...un tuorlo dolce e cremoso (ci sarà un motivo perchè le uova di Paolo ormai siano onnipresenti sulle tavole dei migliori ristoranti...) racchiuso da una panatura appena croccante, bilanciato dal sapore amarognolo delle erbette appena sbollentate su cui viene adagiato....chapeau.
A seguire, sempre abbinato al riesling, la passeggiata in pineta, piatto che evoca i sentori di sottobosco, con (vado a memoria...) spugnole, tartufo estivo, mollica bruciata....in effetti la sensazione complessiva è terrosa, minerale.....a nozze col riesling.
Cambio di marcia, e di vino, con i due piatti seguenti: Pappardelle con spugnole e foie gras e cappellacci di parmigiano fondente al tartufo bianchetto e pernice, entrambi abbinati ad un elegantissimo Passopisciaro 2007, da Nerello Mascalese in purezza coltivato alle falde dell'Etna da Andrea Franchetti (quello della Tenuta di Trinoro....).
Per me piatto della serata il successivo Piccione (maiuscolo perchè se lo merita....): dall'antipasto al secondo passando per il quinto quarto.....finendo con delle deliziose salsiccine di coscie e fegatelli tritati (da mangiarne a metri lineari....); in abbinamento un Carmenère in purezza dalle colline di Brisighella, il Don 2007 di Villa Liverzano, fruttato e polposo, forse un pò troppo morbidone....
Decisamente buono anche il Dessert, una variazione sul pistacchio abbinata ad un Marsala 2002 Martinez, abbinamento regionale ed abbastanza centrato.....
A questo punto una premessa per chi ci legge ed è estraneo agli usi e costumi della Confraternita: quando al termine della cena l'Illustrissimo Simposiarca della serata ritiene che tutte le portate a noi servite e tutti i vini abbinati ad esse, il servizio della sala e le attenzioni a noi dedicate e la piacevolezza complessiva della cena si siano avvicinati alla sublimazione del palato, puo proporre all'attenzione dell'intero consesso, ed in primis al Tetrarca precursore e al Gran Maestro, l'attribuzione del Gran Clangor all'intera Brigata di sala e di cucina che ci ha ospitato in maniera così degna.
In realtà si tratta di un applauso effettuato facendo tintinnare una forchetta su di un cucchiaio, ed è una circostanza che non si verifica di frequente, mediamente non più di 2-3 volte all'anno....e non credo sia mai successo, almeno non negli ultimi 10 anni (ma qui qualche Confratello di lungo corso può correggermi....) in un ristorante non stellato.
Ebbene, all'unanimità tutti i Confratelli presenti all'Agape si trovano d'accordo nell'attribuire allo Chef Omar Casali, al Patron Claudio Amadori e alle brigate di sala e cucina il nostro massimo riconoscimento.....e quello che era cominciato come un richiamo atletico si è rivelata forse la sorpresa dell'anno, in un locale che ha tutte le carte in regola per crescere ed ambire alla meritata stellina.......


Ristorante Le Giare
www.legiare.com
Via al Castello, 368
47020 Montiano (FC)
Tel. 0547 51430







mercoledì 25 maggio 2011

L'Abruzzo e Niko Romito - Agape di Aprile, questa si finalmente gentile


Dopo più di vent’anni la Confraternita rispolvera finalmente il fine settimana gastronomico. In una bella e assolata mattina (il 16) di un Aprile particolarmente caldo partiamo, assieme mogli, consorti e concubine, carichi d’attrezzature d’alta montagna visto che a Pescocostanzo (Aq) è previsto 0°C per la serata. Per questa occasione la Confraternita si presenta in pullman, che normalmente ha funzione salva patente ma in questa trasferta abruzzese sarà essenziale per poterci sottoporre al previsto tour de force gastronomico.


Ancora con il sole e il dolce caldo primaverile arriviamo alla nostra prima sosta del viaggio: una piccola merenda da Catia e Mauro Uliassi. Nonostante dovesse essere una piccola sosta siamo stati come sempre viziati e dopo i classici di Mauro:

- Loacker di foie gras
- Tagliatella di seppia, pesto di alga e quinoa fritta
- Triglia croccante, zuppa di prezzemolo (spero di ricordare bene) e cannolo con misticanza di campo
- Spaghetti affumicati alle vongole e datterini arrostito
-Tirami…Su
(spero di non essermi dimenticato qualcosa, altrimenti correggetemi per favore)

Piatti come sempre sublimi e loro sempre carini nell’accoglierci tanto che si decide all’unanimità di tornarci in Agape vera e propria subito a Giugno, per la gioia del nostro Tetrarca Precursore Gigi Bazzoli che tanto chiedeva un ritorno prossimo.

Dopo questo breve light lunch riprendiamo la via dell’Abruzzo e iniziamo dopo Pescara a prendere quota per la visita a Valle Reale, dove Leonardo Pizzolo (giovane veronese trapiantato in Abruzzo) e Luciana Biondo (enologa piemontese da qualche anno fissa a Valle Reale) ci hanno illustrato vigneti, cantina e prodotti.  Posto incantevole con un’aria letteralmente da lupi, visto il vento freddo che iniziava ad arrivare. Visita dei vigneti con Luciana, giro tra vasi, botti e barriques anche con Leonardo ed infine degustazione dei loro prodotti. Molto carini loro e bellissimo il paesaggio, peccato aver poco tempo per gustare appieno questa valle vicino a Popoli.

Verso sera arriviamo a Pescocostanzo, borgo bellissimo che per fortuna ha conservato il suo centro storico dagli scempi edilizi degli ultimi decenni presenti nelle tre cittadine (Pesco, Roccaraso e Rivisondoli) che formano questo comprensorio sciistico. Il suo centro vale sicuramente la visita, che però vista l’ora e le fatiche a tavola che ancora ci attendevano abbiamo posticipato al giorno successivo.







Alle 21 puntuali arriviamo da Niko e Cristina (anche loro fratelli come gli Uliassi e pure loro con due stelle Michelin, dunque 4 stelle tra colazione e cena). Il locale purtroppo non si addice alla tavola imperiale, di consuetudine nelle nostre Agapi, e dunque dobbiamo fare il gioco degli incastri tra i 18 presenti tra i tre tavoli a disposizione.  La sistemazione non era certo ottimale ma Niko aveva riservato tutto il ristorante a noi, e questo gli fa merito. Oltre ad un numero nutrito di coppie fraterne avevamo anche una degna rappresentanza di amici locali.  

Per questa Agape Gentile viene eletto, come oramai da prassi, quale Simposiarca il confrattello sig.no Franco Amore che si distingue sempre tra le gentil signore (...meglio non andar oltre)

Arriviamo al menù:

Panino con baccalà e pomodoro


- Gelato di piselli, pancetta croccante e cialda di parmigiano
- Panino con baccalà e pomodoro - ne avrei mangiato una dozzina
- Guanciale affumicato
Un tris d’apertura veramente di altissimo livello.


Gel di vitello e "sottobosco"

- Emulsione fredda di manzo e olio con maionese di lamponi e aceto
- Gel di vitello, infusione di porcini secchi, mandorle, timo e Tartufo Nero Pregiato
- Infuso di capra, dragoncello e lamponi
Sicuramente il gel di vitello sarà un piatto d’antologia che rimarrà per sempre nei ricordi dei confratelli. Piatto assolutamente creativo, difficilmente riconducibile ad altre influenze di grandi chefs, dunque tutta farina del sacco di Niko, e bontà infinita.

Croccante espressione della lingua
- Baccalà, peperone arrosto e rosmarino - eccezionale
- Croccante espressione della lingua - si scioglie in bocca
- Tortelli con carciofi e burrata - eccellente
- Fagottino di farina cotta, liquido di foie gras e scampo freddo
- Tagliatelle al ragu di castratto - il piatto meno riuscito, ma solo perché le tagliatelle risultavano troppo asciutte
- L’agnello – altro piatto d’antologia
- E per finire Essenza

I 13 piatti portavano sicuramente ad un gran clangor strameritato per Niko, ma purtroppo la scelta dei vini è stata a dir poco fallimentare, nonostante il loro costo. A volte poiché le bottiglie erano problematiche o non pronte, vedi Cerasuolo di Valentini 2009, o abbinamenti non riusciti come il Ockfener Riesling Spatlese 2006 con i tortelli (in particolare con i carciofi… un disastro!!) o il Timorasso con il gel di vitello. In tanto lo sappiamo che è tutta colpa del confratello Capucci... (scherzo). Insomma, un vero peccato visto che Niko se lo sarebbe meritato per la tecnica e soprattutto per la fantasia che dimostra in ogni piatto ma anche per i suoi modi gentili quando vince la timidezza per confrontarsi con noi ad approfondire ogni piatto. Davvero complimenti!!!

La domenica seguente ci svegliamo con una fitta nevicata che per fortuna ci abbandona presto per lasciar posto al sole e ci dedichiamo ad una visita del borgo di Pesco imbiancato per poi ripartire per Scanno dove Gregorio Rottolo ci aspettava con i suoi formaggi.




da sinistra: il sottoscritto G.M., il "piccolo" Gregorio, quello dei vini, l'abruzzese di Casalecchio di Reno e il futuro pastore e socio di Gregorio (...)

Gregorio oramai un personaggio mitico, in primis per i suoi formaggi e poi per il suo carisma come si può evincere dalla foto qui sopra (credo dia facile individuarlo nonostante l'abbia trovato un pò abbattuto... è dimagrito a vista d'occhio). Sembra proprio l’archetipo del pastore. Tanto per non sfigurare rispetto all’accoglienza trovata ovunque in questi giorni abruzzesi il buon Gregorio ha pensato di tornare in mattinata da Pescara apposta per riceverci. Presso il suo bio agriturismo abbiamo mangiato finalmente “leggero”:

- Affettati e una svagonata di quasi tutti i suoi must caseari (il Gregoriano, il Tre latti, la ricotta nera , il Barricato, ecc.)
- Il raviolo al pomodoro di Gregorio. Oramai anche lui si è convertito anche lui alla nouvelle cuisine: un solo raviolo per piatto!!!
- Poi per i maiali incalliti (solo un piccolo manipolo di confratelli): agnello e formaggio al forno!!
Tortello "nouvelle cuisine"

Dopo aver fatto spesa salutiamo tutti e ripartiamo per casa.

Direi che l’esperienza è stata molto positiva, sia come presenze sia per il gradimento, almeno del sottoscritto. Sicuramente da riproporre il prossimo anno in una zona altrettanto bella quanto questo sorprendente Appennino Abruzzese.


Banchina di Levante, 6
60019 Senigallia Ancona
071 65463

Via Regina Elena, 49
67036 Rivisondoli L'Aquila
0864 69382