Blog di discussione su enogastronomia per chi, come la Confraternita delle Franche Forchette, è sempre alla ricerca della sublimazione della tavola in tutte le sue declinazioni: cucina, vino e sala.



domenica 25 gennaio 2015

Agape di Gennaio, Trattoria Enoteca Barsotti, Marzabotto (BO)




Agape di Gennaio, ovvero: "Ne vorrei un'Ape Car..."

E' vero: l'orario di convocazione dell'Agape era per le 20:00, come chiaramente evidenziato sulla prima Ex-Cathedra dall'ineffabile neo Gran Maestro, capita però che cinque distratti Confratelli (fra cui la coppia di cucina, ndr.) si siano presentati puntualissimi alle 20:30, in piena zona guidrigildo da ritardo. Comincia così la prima Agape del 2015, che vede un nuovo Gran Maestro ed una inedita coppia di cucina, in un posto che sta diventando un appuntamento fisso già da qualche anno come apertura dell'anno fraterno, l'Enoteca Trattoria di Francesco e Lorenzo Barsotti in quel di Marzabotto.

Durante le nostre Agapi, quando capita che una portata servita eccella per piacevolezza e golosità, viene tradizionalmente chiamata "piatto da gamella", ad indicare che di quel piatto ne mangeresti fino a saziarti. Dopo un'entrata composta da un animella con abete e cime di rapa, che subito ti fa capire in che campionato stiamo giocando, ci viene servito quello che per acclamazione diventa il piatto da gamella della serata: Crudo di Salmerino del Corno alle Scale con Albana e dragoncello (foto di apertura) in cui Lorenzo Barsotti dimostra una precisione micrometrica nel dosare gli ingredienti. Il nuovo Maestro d'Anfora, notoriamente amante degli spumanti (per cui quest'anno ne vedremo delle...bolle), abbina a queste prime due portate un intrigante Vouvray, dalla beva un po' grassa e dal dosaggio ingombrante.


Il problema, se così possiamo definirlo, si pone con il piatto successivo: Scampi, alghe e mare


essendo stato il precedente talmente buono da essere giudicato "da gamella", questo piatto, ancora più buono, ci lascia senza l'aggettivo appropriato finche qualcuno esclamò: "Di questo invece ne vorrei un'Ape Car...!" ridefinendo quindi un livello di bontà che va oltre la gamella.


Da Ape Car anche l'abbinamento con lo straodinario Champagne, il Larmandier-Bernier Terre di Vertus 2008, Pas dosé, blanc de blancs 1er cru, che viene mantenuto anche sul piatto successivo: Spaghettone, scorfano, riccio di mare e bergamotto, dalla cottura esemplare, sapido e profumato.


Dal mare alla cacciagione con il piatto seguente: Raviolo di germano con trombette della morte, crescione e tartufo. 


Sempre bolla in abbinamento, l'eccellente Rosé de Maceration di Benoit Lahaye, da Pinot nero 100%


che però fatica a reggere l'intensità dei ravioli di germano. Ad onor del vero durante la prova fatta in precedenza per stabilire piatti ed abbinamenti i ravioli erano più delicati (di pernice) ed il vino abbinato è stato l'ottimo rosé di Alain Couvreur, che si abbinava perfettamente ma purtroppo non più disponibile. 
Come intermezzo defatigante, a guisa di sorbetto, una mezza porzione di tradizionale ribollita toscana, ad onorare le origini dei fratelli Barsotti.
Buonissimo anche il Maialino morbido e croccante con nocciole, verza e birra, in cui al gioco delle consistenze, in cui spicca la scioglievolezza della carne, si sommano tendenze dolci, acide e amare... Piatto perfetto, chapeau.



Come abbinamento al maialino abbandoniamo le bolle per passare a Verduno con il Barolo Acclivi di Burlotto in versione 2010, giovane ma già elegante, figlio di un'annata magica per le Langhe.


Mezza porzione anche per un primo dessert che affonda le radici nelle origini etrusche di Marzabotto, Orme etrusche: latte, miele, rosmarino, semola ed idromele


In abbinamento a questo dessert, dalla dolcezza misurata, il Maestro d'Anfora propone una Mosella d'annata, il Meulenhof Erdener Treppchen Riesling Spatlese 1992, elegante e persistente, con una freschezza che maschera alla grande i 23 anni, peccato che il residuo zuccherino, presente ma non importante, faccia fatica a sostenere la dolcezza, seppur delicata, del dessert.


Molto buono anche il secondo dessert, anche lui giocato su note non troppo dolci e con un finale amaricante dato dal gelato al rabarbaro, definito da Lorenzo Barsotti come una Dolce amarezza.


Per concludere degnamente la serata un pegno offerto dai cinque Confratelli ritardatari a tutta la tavolata: visto che i giapponesi stanno facendo passi da gigante nel mondo della distillazione (e a sentire questo Whisky direi anche nella giusta direzione), abbiamo aperto questa bottiglia, memori di Bill Murray in Lost in Translation.



A questo punto il Simposiarca, sentito prima il parere del Gran Maestro e dopo un rapido sondaggio fra i presenti, visto l'andamento della serata, decide di attribuire il nostro massimo riconoscimento ai fratelli Barsotti, colpevoli di averci fatto passare una serata speciale, applaudendo sia la sala che la cucina con il nostro Gran Glangor di forchette sui cucchiai. 
Dopo questa bellissima esperienza in quel di Marzabotto, in cui abbiamo trovato la cucina di Lorenzo Barsotti in ulteriore crescita, dovremmo ritrovarci per un Agape Gentile in pieno centro di Bologna, sempre che la prova confermi le aspettative...




Trattoria Enoteca Barsotti

Via Vittorio Veneto, 3/B


40043 Marzabotto (BO)


Tel. 051 6787003