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mercoledì 17 ottobre 2018

Agape di Settembre: Locanda del Feudo, Castelvetro di Modena (MO)




Agape di Settembre: La piacevolezza della compagnia.

E' una componente importante per la riuscita dell'Agape. Certo, per un appassionato di cucina le emozioni che scaturiscono dai dettagli dei piatti e dalle armonie degli ingredienti sono fondamentali ma, dando per scontato una più che corretta esecuzione da parte della cucina e della sala, anche senza quel quid nel piatto, talvolta è la piacevolezza della compagnia che rende gradevolissima una serata.
La lunga pausa estiva ci ha portato racconti di immersioni in profondità, di lunghe camminate sui fondali asciugati dalle basse maree bretoni, di ritiri ascetici in sperdute isole greche. Il tutto in un' accogliente sala ricavata in una secolare cantina a fare da contorno.
La relativa vicinanza da casa ci consente di fare a meno del nostro pulmino e così, arrivando alla chetichella, i primi Confratelli cominciano ad accomodarsi nella cantina della Locanda. Il locale stesso, e le calde temperature di inizio autunno, invitano alla bevuta per cui, nella attesa dell'arrivo di tutti, si comincia ad attingere alla carta dei vini del ristorante, invero ben fornita, stappando il piacevolissimo Longitude di Larmandier-Bernier.
Arrivati anche gli ultimi partecipanti sul filo della sirena che avrebbe decretato il guidrigildo da ritardo, ci accomodiamo al tavolo accogliendo tra le nostre fila anche due graditissimi ospiti. Brindisi iniziale, sempre con Larmandier-Bernier, e poi via con il menu creato dal Gran Credenziere con gli abbinamenti stabiliti dal Maestro d'Anfora (il fatto che fosse tra i pochi assenti della serata avrebbe già dovuto metterci sull'avviso...).
Fresco e goloso il piatto d'apertura: Crocchette di patata rossa, polvere di salvia e spuma di squaquerone.

Crocchette di patata rossa, polvere di salvia e spuma di squaquerone.

Centrato e piacevole l'abbinamento con il Maso Martis Extra Brut Rosé.
Stesso vino anche sul piatto successivo, una freschissima battuta di carne dal sapore estivo: Battuta di manzo con pomodoro verde, olio affumicato, olive taggiasche e buccia di lime.

Battuta di manzo con pomodoro verde, olio affumicato, olive taggiasche e buccia di lime

Forse la fotografia non rende giustizia al piatto, che sembra soccombere sotto la quantità di pomodoro verde, in realtà l'abbiamo trovato piacevolmente fresco ed equilibrato. Anche in questo caso divertente ed azzeccato l'abbinamento con l'extra brut rosé di Maso Martis.
La scaletta dei vini predisposta dal Maestro d'Anfora a questo punto riporta: "Montecucco Riserva Doc 2011, Azienda Agricola Campinuovi, Cinigiano (GR)", ed infatti nei calici ci viene servito, da magnum, questo muscoloso sangiovese, intriso di cuoio e tabacco, con un frutto intenso e speziato... Insomma, roba da arrosti o poderose fiorentine. 
Sul tavolo invece, come da menu, compaiono delle profumatissime e delicate Reginette ai funghi porcini. Di cottura esemplare e sontuoso condimento, asfaltate però dal possente sangiovese.


Reginette ai porcini

Lo stesso vino viene mantenuto, come da menu, anche sul piatto successivo: Riso Acquerello mantecato al parmigiano reggiano con rapa rossa ghiacciata e aceto balsamico tradizionale. 

Riso Acquerello mantecato al parmigiano reggiano con rapa rossa ghiacciata e aceto balsamico tradizionale. 

Buono il risotto, complesso da abbinare per via delle diverse tendenze ed il gioco di temperature: nel dubbio asfaltiamo anche questo con il Montecucco...
Piacevolissimo il Barolo 2014 di Ferdinando Principiano che il Maestro d'Anfora ci propone sul piatto successivo: Rollè di coniglio alla pancetta con coulis di peperoni e cipolla essiccata.

 Rollè di coniglio alla pancetta con coulis di peperoni e cipolla essiccata.

Delizioso il piatto, che trova riscontro nella speziatura, nei tannini affilati e nella struttura piuttosto snella di questo vino che esce alla grande dalla difficile annata 2014.
I tannini di Serralunga però stridono con il piatto successivo, degli Spaghetti Mancini turanici al tuorlo d'uovo, pancia di mora romagnola e pepe nero.


                    


In pratica una cremosissima carbonara, piatto già di per se di problematico abbinamento, in cui l'abbondanza della crema di tuorlo d'uovo contrasta sgradevolmente con i tannini del Barolo. Gli spaghetti turanici vengono prodotti utilizzando grano turanico (triticum turanicum, detto anche Khorasan, dalla regione dell'Iran da cui è originario) coltivato però in Italia. 
Apprezzabile l'inserimento di questo piatto prima del dessert, sia per la complessità dello stesso, sia per spezzare il crescendo del menu. Peccato non averci abbinato un vino dedicato, anche se, ad onor del vero, dovendosi comunque confrontare con la carta dei vini del ristorante, non sempre il Maestro d'Anfora riesce trovare il bandolo della matassa.
Fresco il dessert, una rivisitazione della classica Pavlova in cui uno scrigno di meringa e panna racchiude un cuore di frutti rossi.


Omaggio alla frutta rossa

Un Moscato rosa sarebbe stato d'obbligo, ma la carta dei vini offriva il Pignoletto Passito "Dolcedo" 2013 di Maria Bortolotti e quello ci abbiamo abbinato. Bene ma non benissimo...
Riassumendo, un'Agape in cui il piacere della tavola per una volta ha ceduto il passo alla piacevolezza della compagnia e della conversazione. Ci rifaremo presto comunque: un giovane bistellato ci aspetta a breve. 
Alla prossima.




Locanda del Feudo
via Trasversale, 2

41014 – Castelvetro (MO), Italia
















































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