Blog di discussione su enogastronomia per chi, come la Confraternita delle Franche Forchette, è sempre alla ricerca della sublimazione della tavola in tutte le sue declinazioni: cucina, vino e sala.



mercoledì 11 maggio 2011

Querciabella al Marconi - Agape di Marzo


Sicuramente sarà ricordata come una serata particolarmente allegra, goliardica, di grande cucina e, su tutto, di grande interesse enologico grazie al nostro illustre ospite, Dales D'Alessandro, direttore tecnico dell'azienda Querciabella.

Premetto subito che non dovevo essere l'autore di questo post, visto che nonostante sia il Gran Maestro ho subito una sequela di guidrigildi che rimarrà agli annali della nostra amata Confraternita e perciò non sarò sicuramente obiettivo nel mio racconto. Per fortuna i blog sono dinamici e tutti possono "aggiungere" ulteriori elementi in maniera da avere sempre molteplici punti di vista. Ironia vuole che l'incarico fosse stato affidato al confratello Ipercritico che nel cercare la perfezione nello scrivere (ricordo sempre che è un blog) ha perso l'inspirazione... Certo che dopo quasi due mesi non potevamo più attendere almeno un mio misero resoconto, sicuramente mal scritto... ma almeno ho per l'appunto la scusa del blog.

Tutto nasce da un mio ritardo causa impegni di lavoro protratti oltre il previsto e prontamente comunicato a vari membri del capitolo tramite sms. Arrivo ad un tavolo con l'illustrissimo Simposiarca, in quella occasione sfortuna vuole che fosse il confratello Bonori, il quale pareva più un boia al patibolo e l'allegria era già padrona dei numerosi confratelli e conversi presenti, anche grazie alla presentazione alquanto "fantozziana" (così mi è stato riportato) del nostro caro ospite invitato dal sottoscritto: d'ora in poi ribattezzato D'Alessandro di nome... Se ricordo bene parto subito con un tremens, o forse ci vuole solo un paio di minuti mentre cerco di giustificare le mie mancanze. Logicamente allo scoccare del "tremens" tutti fanno a gara a chi fa più incetta di peccati fraterni (ricordo che il guidrigildo tremens è la somma delle "multe di mala condotta" di tutti i confratelli nella serata). A fine Agape il nostro illustrissimo Simposiarca ci perdonerà con un'amnistia parziale di democristiana memoria e che renderà alle povere casse fraterne solo qualche grammo d'oro e argento, per la disperazione del nostro Gran Elemosiniere. 

Al di là delle note di colore che hanno vivacizzato la serata, i contenuti non sono certo mancati. Elenco brevemente il menù tricolore dedicato ai 150 anni dell'unità patria con i relativi abbinamenti
Arancini di pesci di scoglio con ristretto di brodetto - Batar 2008 

Lingua candita con rapa rossa, rabarbaro e salsa verde - Sangiovese Ruffoli 2009

Pappardelle al ragù di capriolo - Sangiovese Radda 2007

Filetto di lepre al profumo di brace e melanzane - Cannaiolo 2007

Pecorino di Farindola - Camartina 2007

Cioccolatomarzo 2011 - Reciotto della Valpolicella Classico "Sant'Ulderico" di Monte dall'Ora 

A mio modesto parare, la crescita inarrestabile di Aurora si verifica nei fatti ad ogni agape. In questo menù di piatti con richiami dall'intero stivale, vorrei esaltare la lingua candita: davvero superba!! Inoltre un ulteriore plauso a tutto lo staff del Marconi che è riuscito a proporre al nostro ospite un menù (o meglio un fuori menù) vegetariano completo a pari numero di portate veramente all'altezza.
L'amico Dales ci ha deliziato di numerosi interventi spaziando dalla viticoltura biodinamica, alla mission aziendale e agli obiettivi futuri, in particolare della "zonazione del Chianti", sicuramente all'avanguardia nel panorama viticolo toscano. Infine, ci ha portato un piccolo assaggio delle numerosissime "prove" che conducono da anni, non in commercio e custodite in una piccola cantina privata (qualche migliaio di bottiglie):

Il Sangiovese in purezza di Ruffoli 2009 caratterizzato da colore intenso violaceo e di notevole freschezza in bocca.

Il Cannaiolo 2007 che mi ha sorpreso per la sua opulenza rispetto ad altri 100% di questo vitigno "da uvaggio" sentiti in precedenza.

Il Sangiovese di Radda 2007 di notevole complessità e persistenza, tanto da mettere sicuramente in ombra, almeno a mio parere, la stra quotata e famosa Camartina del medesimo millesimo. 

Un piccolo sondaggio tra i presenti ha rilevato una notevole preferenza per queste bottiglie "non degustabili" ai più, dove i principi della biodinamica vengono seguiti appieno dalla campagna alla cantina (fermentazioni spontanee con i lieviti indigeni nelle proprie uve, nessuna chiarifica e nessuna filtrazione). Stesso parere anche per il nostro oste di calici, Massimo, che però è di parte avendo una predilezione smodata per i vini naturali. Unico contrario che sposa la vecchia linea del Batar e Camartina il buon confratello Bagnaresi... grande esperto conformista di vino!!!  

3 commenti:

  1. ....ma se sono due mesi che bevo solo bianchi macerati biodinamici, altro che conformista!
    Apro il commento ringraziando pubblicamente il nostro gradito ospite per la sua presenza al nostro consesso... e poi dico subito che non mi pare ci sia stata tutta questa unanimità di giudizio sui campioni presentati: il Canaiolo in purezza era sì morbido e profumato ma pittosto corto ed esile di corpo. Al contrario ho trovato, e non solo io, il Sangiovese di Radda ancora troppo duro e scontroso, dominato da un tannino aggressivo, probabilmente un ottimo vino in divenire, ma da attendere ancora.
    Equilibrato e fruttato il Sangiovese di Ruffoli, ma lontano da essere un grande vino...
    Sul Batar, bianco che non è mai stato nelle mie corde, già ebbi a discuterne col gradito ospite, manifestando le mie perplessità sull'uso eccessivo e disinvolto del legno.
    Chapeau e Standing ovation invece per il Camartina 07, decisamente il vino della serata ed una spanna, se non due, sopra gli altri....
    Profondo, complesso ed elegante, e se ben ricordo ampiamente apprezzato da tutti i Confratelli.
    Rinnovo i ringraziamenti al nostro gradito ospite, a Massimo, per la cura nei nostri confronti ed ad Aurora, la cui cucina è ogni volta in costante miglioramento....

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  2. Attendo ora con ansia il resoconto sull'Agape di Maggio alle Giare di Montiano: Gran Clangor assolutamente inaspettato ma ampiamente meritato...
    E avrebbe dovuto essere solo "un richiamo atletico" tra due bistellati.....

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  3. Noooooooooooooooooo mi sono perso un Gran Clangor, però quel giorno, con sette ore i fuso orario di differenza non ha senso distinguere tra pranzo e cena, non me la sono cavata male neppure io (segue post).
    Caro Andrea, a parte i complimenti per la tortura cui ti sei sottoposto, che due mesi di bianchi macerati biodonamici sono un bel "fioretto", io sto con il Cannaiolo (il vitigno) che, da umile comprimario del Sangioveto, in purezza ha dimostrato tutta la sua morbidezza e godibilità. A dispetto di uno scambio di bicchieri, oltretutto.
    La Lingua candita di Aurora almeno pari è (a mio modestissimo giudizio) ad altre più rinomate.

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