Agape di Novembre: nemo propheta in patria
Questo era l'incipit che apriva il nostro resoconto dell'Agape di Marzo 2015 (qui il link), Massimiliano era ancora in via Stalingrado, e la ricordiamo ancora come una bellissima serata.
Da quell'ultima visita, più che nella sostanza sono cambiati i contenuti, infatti Massimiliano Poggi si è trasferito a Trebbo di Reno, nella storica sede del Ristorante il Sole, sostituendo il suo nome al nome del ristorante.
Efficaci interventi di ristrutturazione hanno delineato un nuovo stile architettonico, rendendo il locale molto più attuale ed attraente rispetto al precedente.
Un plauso all'accoglienza, che ci fa accomodare in un'ampia sala a noi riservata, ed al servizio, impeccabile per tutto il corso della serata.
il nostro menu si apre con un paio di benvenuti dalla cucina, che già sintetizzano il fil rouge che caratterizzerà la serata: piatti della tradizione rivisitati intelligentemente, per esaltarne l'essenza, senza stravolgimenti o eccessivi tecnicismi.
Come vino d'apertura la scelta del Maestro d'Anfora si ferma sui nostri Colli: Pignoletto Brut 2011 Cà Novina, delle Fattorie Vallona di Valsamoggia. Apprezzato l'abbinamento con gli amuse bouche, forse meno apprezzato il livello assoluto del vino dagli esigenti palati dei Confratelli, ormai abuituati troppo bene dalle scelte enologiche del Maestro d'Anfora.
Continuiamo con il Cà Novina anche sul primo piatto del menu, dei fantastici Scampi alla piastra, pomodori gratin e cavolfiori.
La sequenza del menu predisposta dal gran Credenziere prevede come seconda portata una pasta ripiena: Cappelletti di carciofi in brodo di scampi, invero buonissimi, anche se uno spessore della sfoglia appena più sottile avrebbe messo maggiormente in risalto gli altri ingredienti del piatto.
In questo caso la scelta del Maestro d'Anfora è rimasta aderente alla didattica classica, che prevede, come regola ferrea, di non abbinare vino ai carciofi: infatti nel nostro menu, come abbinamento a questo piatto, troviamo scritto H2O...
In realtà in questo piatto la componente tannico-amarognola del carciofo si presentava armonicamente amalgamata con la pasta e gli scampi, per cui, dal momento del Cà Novina ne avevamo ancora (ma va?), ce lo siamo finito con i cappelletti (tanto il Maestro d'Anfora era assente, e noi abbiamo infranto allegramente i suoi desiderata).
Ma che buono anche il piatto successivo! Tra l'altro anche bello e dal nome ironico: Spaghetti allo scoglio (con spugna di mare)
In abbinamento uno Chenin spiazzante, fuori dagli schemi: Chenin Le Bergeres 2010 del Domaine FL. Acidità tagliente, agrumata, con note sapide e minerali che mantengono il vino fin troppo verticale, lasciando la bevuta molto snella e poco concedendo al corpo e alla grassezza del sorso.
E se l'abbinamento con gli spaghetti allo scoglio tutto sommato ce lo siamo goduto, questo vino cede clamorosamente nell'abbinamento con il piatto successivo, buonissimo anche questo: Cannelloni di zucca
A questo punto, stante l'assenza dal tavolo del maestro d'Anfora, scatta una telefonata intercontinentale, in viva voce, per renderlo edotto del risultato dei suoi abbinamenti... E per la prima volta nella storia della Confraternita viene multato (tecnicamente guidrigildato...) in diretta telefonica un Confratello dall'altra parte del globo.
Quest'Agape segna anche, per la prima volta, una pena pecuniaria comminata al Confratello Telefoniere, reo di aver dimenticato un Confratello all'atto della prenotazione, con conseguente aggiunta di un coperto ad Agape iniziata.
Dopo questa goliardica parentesi torniamo al nostro menu con il piatto che ci ha più emozionato: Artusi 495 (anguilla in brodo di pomodori verdi)
La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, pietra miliare della cucina tradizionale italiana, scritto da Pellegrino Artusi nel 1891, è un manuale che raccoglie 790 ricette, dagli antipasti ai dolci: la numero 495 è "Anguilla in umido all'uso di comacchio".
Rielaborando questa ricetta Massimiliano ricava una terrina fritta, servita con salsa di soffritto, brodo di pomodori verdi e foglioline di edera: chapeau.
In abbinamento l'Ansonica 2015 di Cataldo Calabretta che arranca di fronte all'Artusi 495.
Finalmente (secondo il calcolo delle probabilità prima o poi sarebbe successo...) troviamo eccellente l'abbinamento del buonissimo Pollo alla cacciatora con il Marzemino d'Isera superiore 2014 della Cantina Mori Colli Zugna, cantina sociale del Trentino da cui esce, inaspettatamente, questo piacevolissimo marzemino.
Ci avviciniamo alla fine del menu con un primo rinfrescante dessert: Minestrone di frutta e verdura, mandarino e yogurt.
Un reset per il palato, fatto di bassa temperatura e accentuata freschezza, in questo caso l'acqua, prevista dal Maestro d'anfora, risulta essere l'abbinamento migliore.
Intense note autunnali si percepiscono invece nel dessert successivo e nel relativo abbinamento: Torta tagliolini al tartufo bianco di Savigno.
Divertente l'abbinamento con il liquore ai marroni di Psenner (Termeno), sporcato appena nell'olfatto da una nota di vitamina B (odore di Betotal, per intenderci...).
Deliziosa anche la piccola pasticceria, tra cui spicca una torta di riso da manuale.
Dicevamo all'inizio "Nemo propheta in patria"... E' indiscutibile che la cucina di Massimiliano, non da ora ma da parecchi anni, sia il punto di riferimento della qualità in città. Malgrado ciò, i pochi importanti riconoscimenti piovuti in città dalla critica gastronomica l'hanno sempre solo sfiorato, premiando invece Chef provenienti da lontano.
E adesso, che si è spostato fuori dalla sua Bologna (il locale è a Trebbo di Reno, Castel Maggiore, ndr.) chissà se tornerà a brillare una stella sopra il cielo del Trebbo?
Noi lo speriamo e glielo auguriamo vivamente.
Ristorante Massimiliano Poggi
Via Lame, 65/67.
Trebbo di Reno, Castel Maggiore (BO).
Un plauso all'accoglienza, che ci fa accomodare in un'ampia sala a noi riservata, ed al servizio, impeccabile per tutto il corso della serata.
il nostro menu si apre con un paio di benvenuti dalla cucina, che già sintetizzano il fil rouge che caratterizzerà la serata: piatti della tradizione rivisitati intelligentemente, per esaltarne l'essenza, senza stravolgimenti o eccessivi tecnicismi.
Pasta alla marinara e tagliatella ripassata |
Tigellina biscottata con battuta di carne e spuma di lardo |
Come vino d'apertura la scelta del Maestro d'Anfora si ferma sui nostri Colli: Pignoletto Brut 2011 Cà Novina, delle Fattorie Vallona di Valsamoggia. Apprezzato l'abbinamento con gli amuse bouche, forse meno apprezzato il livello assoluto del vino dagli esigenti palati dei Confratelli, ormai abuituati troppo bene dalle scelte enologiche del Maestro d'Anfora.
Continuiamo con il Cà Novina anche sul primo piatto del menu, dei fantastici Scampi alla piastra, pomodori gratin e cavolfiori.
Scampi alla piastra, pomodori gratin e cavolfiori |
La sequenza del menu predisposta dal gran Credenziere prevede come seconda portata una pasta ripiena: Cappelletti di carciofi in brodo di scampi, invero buonissimi, anche se uno spessore della sfoglia appena più sottile avrebbe messo maggiormente in risalto gli altri ingredienti del piatto.
Cappelletti di carciofi in brodo di scampi |
In realtà in questo piatto la componente tannico-amarognola del carciofo si presentava armonicamente amalgamata con la pasta e gli scampi, per cui, dal momento del Cà Novina ne avevamo ancora (ma va?), ce lo siamo finito con i cappelletti (tanto il Maestro d'Anfora era assente, e noi abbiamo infranto allegramente i suoi desiderata).
Ma che buono anche il piatto successivo! Tra l'altro anche bello e dal nome ironico: Spaghetti allo scoglio (con spugna di mare)
Spaghetti allo scoglio (con spugna di mare) |
E se l'abbinamento con gli spaghetti allo scoglio tutto sommato ce lo siamo goduto, questo vino cede clamorosamente nell'abbinamento con il piatto successivo, buonissimo anche questo: Cannelloni di zucca
Cannelloni di zucca |
A questo punto, stante l'assenza dal tavolo del maestro d'Anfora, scatta una telefonata intercontinentale, in viva voce, per renderlo edotto del risultato dei suoi abbinamenti... E per la prima volta nella storia della Confraternita viene multato (tecnicamente guidrigildato...) in diretta telefonica un Confratello dall'altra parte del globo.
Quest'Agape segna anche, per la prima volta, una pena pecuniaria comminata al Confratello Telefoniere, reo di aver dimenticato un Confratello all'atto della prenotazione, con conseguente aggiunta di un coperto ad Agape iniziata.
Dopo questa goliardica parentesi torniamo al nostro menu con il piatto che ci ha più emozionato: Artusi 495 (anguilla in brodo di pomodori verdi)
Artusi 495 |
La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, pietra miliare della cucina tradizionale italiana, scritto da Pellegrino Artusi nel 1891, è un manuale che raccoglie 790 ricette, dagli antipasti ai dolci: la numero 495 è "Anguilla in umido all'uso di comacchio".
Rielaborando questa ricetta Massimiliano ricava una terrina fritta, servita con salsa di soffritto, brodo di pomodori verdi e foglioline di edera: chapeau.
In abbinamento l'Ansonica 2015 di Cataldo Calabretta che arranca di fronte all'Artusi 495.
Finalmente (secondo il calcolo delle probabilità prima o poi sarebbe successo...) troviamo eccellente l'abbinamento del buonissimo Pollo alla cacciatora con il Marzemino d'Isera superiore 2014 della Cantina Mori Colli Zugna, cantina sociale del Trentino da cui esce, inaspettatamente, questo piacevolissimo marzemino.
Pollo alla cacciatora |
Minestrone di frutta e verdura, mandarino e yogurt |
Un reset per il palato, fatto di bassa temperatura e accentuata freschezza, in questo caso l'acqua, prevista dal Maestro d'anfora, risulta essere l'abbinamento migliore.
Intense note autunnali si percepiscono invece nel dessert successivo e nel relativo abbinamento: Torta tagliolini al tartufo bianco di Savigno.
Torta tagliolini al tartufo bianco di savigno |
Divertente l'abbinamento con il liquore ai marroni di Psenner (Termeno), sporcato appena nell'olfatto da una nota di vitamina B (odore di Betotal, per intenderci...).
Deliziosa anche la piccola pasticceria, tra cui spicca una torta di riso da manuale.
Dicevamo all'inizio "Nemo propheta in patria"... E' indiscutibile che la cucina di Massimiliano, non da ora ma da parecchi anni, sia il punto di riferimento della qualità in città. Malgrado ciò, i pochi importanti riconoscimenti piovuti in città dalla critica gastronomica l'hanno sempre solo sfiorato, premiando invece Chef provenienti da lontano.
E adesso, che si è spostato fuori dalla sua Bologna (il locale è a Trebbo di Reno, Castel Maggiore, ndr.) chissà se tornerà a brillare una stella sopra il cielo del Trebbo?
Noi lo speriamo e glielo auguriamo vivamente.
Ristorante Massimiliano Poggi
Via Lame, 65/67.
Trebbo di Reno, Castel Maggiore (BO).