Siamo a Mira, bassa terra solcata
da una rete di canali navigabili collegati alla laguna di Venezia, in cui si percepisce l’ ingombrante
vicinanza della Serenissima, e la cui tradizione gastronomica si riflette appieno
nei piatti della zona, diventando il cavallo di battaglia di questa
storica trattoria della provincia veneziana. Siamo anche ad un paio di chilometri da
Campagna Lupia, dove si trova un tempio della gastronomia Veneta, l’Antica Osteria
Cera, ma il nostro Gran Credenziere, per quest’Agape di inizio Giugno, ha
voluto glissare quell'eccellenza ed inserire invece una tappa piu semplice, considerando anche che le ultime due Agapi si sono
svolte da Uliassi e al Mirazur. In questo caso la scelta della Trattoria Nalin è stata
oltremodo apprezzata, anche perchè, ricordiamolo ai pochi estranei che leggono questo blog, la Confraternita nacque in una trattoria per mano di un gruppo di amici che si ritrovavano per mangiare, stappare una buona bottiglia e passare qualche ora divertendosi a tavola. Questo era lo spirito iniziale della Confraternita ed è questo che ancora oggi si deve respirare nelle nostre Agapi. Frequentare solo bi e tri-stellati non ci appartiene (non che ci disgusti, anzi...), però esistono altri club gourmet nati ad hoc per questo scopo.
Come di prassi le trasferte di
Giugno sono fra le meno partecipate in quanto le mogli reclamano i consorti per
i week-end balneari e per le gite fuori porta
(Franco…sei ancora in tempo per ripensarci), quindi un pulmino di dimensioni
insolitamente ridotte è stato sufficiente per trasportare i sei partecipanti comodamente a
destinazione.
L'interno del locale si presenta insolitamente grande, con due ampie sale use ad accogliere cerimonie anche numerose, mentre una sala più raccolta ci ospiterà per il nostro pranzo.
Pur avendo una carta dei vini piuttosto fornita, specialmente nel reparto bianchi dove è possibile trovare delle rare perle enologiche del nord-est (mi sovvengono delle magnum di Gravner dell'epoca pre-anfore, o delle vecchie magnum di Angiolino Maule...) il nostro Maestro d'Anfora mantiene la sua linea tradizionalista e comincia con il sempre gradevole Franciacorta di Gatti, in versione Nature, mentre dalla cucina, dopo una piacevole sarda fritta su letto di polentina bianca servita come benvenuto, ci arriva il primo dei piatti che il Credenziere ha inserito in menu: Crudo di San Pietro, Scampi e Cappa Santa
Piatto semplice, sia negli ingredienti che nella presentazione, che però eccelle nella qualità della materia prima... Questo sarà d'altro canto il filo conduttore dell'intero pranzo: piatti semplici sia come cotture che come presentazioni, senza concessioni all'innovazione ma saldamente ancorati alla cucina tradizionale.
Anche il piatto seguente: Antipasto misto tradizionale di mare e di laguna, ha già in se la parola tradizione, e se il nome suscita tremebondi rimandi agli antipasti caldi e freddi serviti nelle innumerevoli risto-pizzerie, stupiscono invece i profumi e la bontà del pesce nel piatto.
Si mantiene sul classico il Maestro d'Anfora proponendo il Pinot Bianco Schulthauser 2012 di S.Michele Appiano, che come un jolly riesce ad abbinarsi a quasi tutte le preparazioni degli antipasti che ci vengono proposte.
A seguire un grande piatto. Moderno seppur tradizionale che potrebbe stare sulla tavola in un qualsiasi stellato: Zuppetta di canestrelli e carciofo violetto.
Mare, iodio, poi l'amaro misurato del carciofo e ancora la salinità dei canestrelli... piatto da gamella. Complicato l'abbinamento col vino: lo ripetono in tutti i corsi, il carciofo non si abbina... Ci abbiamo provato con una vendemmia tardiva di Sauvignon, Chardonnay e turbiana, il Pratto di Cà dei Frati ma il contrasto dolce amaro non è stato molto convincente.
Cambio di vino sul piatto successivo: le Seppioline alla Veneziana, in umido su polenta bianca, abbinate al Friulano "Zio Romi" 2010 di Keber
Piatto in realtà fuori menù, volutamente inserito dai titolari per farci assaggiare quella che per loro rappresenta al meglio la cucina della zona. Il Friulano, che comunque non sfigura in abbinamento a questo piatto piuttosto sostanzioso, era stato inserito dal Maestro d'Anfora per abbinarsi all'ultimo piatto, un grande Fritto di Laguna e dell'Adriatico.
Profumato di mare, leggero e croccante... Sembra scontato, ma è difficile trovare un fritto di questo livello, e come sorpresa, nel piatto anche una delle ultime moeche di stagione (ricordiamo che siamo ad inizio Giugno, e la stagione delle moeche è Aprile-Maggio)
Il dessert, dopoleotto, ovviamente a base di menta e cioccolato, con una fragola che oltre alla funzione decorativa regala un pelo di acidità che non guasta, lo abbiamo abbinato al giovane Pedro Ximenez DON PX 2008 di Toro Albalà, che regge tranquillamente sia la freschezza della menta che l'intensità del cioccolato fondente.
Scarsi o nulli i guidrigildi comminati durante quest'Agape da un Simposiarca oltremodo magnanimo (come del resto capita quando la partecipazione alle Agapi è inferiore alla media) e comunque cucina che, con le dovute attenuanti dovute al tipo di locale, ci ha permesso di passare piacevolmente qualche ora a contatto con una tradizione culinaria diversa dal solito.
La prossima tappa, una riunione allargata del capitolo aperta a tutti i confratelli, ospiti e postulanti compresi, si terrà in città, presso un ristorante ultimamente salito alla ribalta...
Stay tuned...
La prossima tappa, una riunione allargata del capitolo aperta a tutti i confratelli, ospiti e postulanti compresi, si terrà in città, presso un ristorante ultimamente salito alla ribalta...
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